Styx, l’intervista al regista Wolfgang Fischer

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La quarantenne medico Rike naviga a vela in solitaria per una pausa di vacanza, e si ritrova improvvisamente a un passo da un’imbarcazione di migranti in difficoltà. Aspettare gli aiuti, o tentare il tutto e per tutto per scongiurare la morte di quelle persone? È il dilemma mozzafiato di Styx, diretto dall’austriaco Wolfgang Fischer, in sala dal 15 novembre distribuito da Cineclub Internazionale.

Un film forte sul tema del momento, il nostro rapporto coi migranti, che ha già ricevuto moltissimi premi (tra i quali il premio della Giuria Ecumenica alla Berlinale 2018 e lo Human Rights Film Award 2018e mercoledì prossimo approderà direttamente al Parlamento europeo come finalista del Premio Lux.

Il mio film vuole essere una metafora che invita al senso di responsabilità. Così come la protagonista, da sola, non può risolvere un problema di quella portata, allo stesso modo nemmeno gli Stati possono pensare che a farsi carico di una tragedia umana come quella dell’immigrazione sia un solo paese. Solo insieme si può trovare una reale soluzione”, ha spiegato Fischer.

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La scelta di una protagonista, magistralmente interpretata da Susanne Wolff, non è casuale: “Scegliere un uomo sarebbe stato troppo convenzionale, per questo ho preferito che a farlo fosse una donna. Ma non una donna qualsiasi, una donna moderna”, dice il regista. “E ho cercato anche di ridurre al minimo i dialoghi per lasciar spazio solo a lei e al suo rapporto con l’oceano”.

STYX, DOVE VEDERLO

Milano: Mexico; Beltrade

Torino: Esedra

Bologna: Orione

Padova: MPX

Perugia: Postmodernissimo

Spoleto: Pegasus

Pesaro: Metropolis

Pescara: Massimo

Ascoli: Nuovo Piceno

Cagliari: Odissea

Bolzano: Capitol

Dal 19 novembre:

Roma: Farnese, Apollo 11

Dal 22 al 28 novembre anche in queste sale:

Firenze: Stensen

Brescia: Nuovo Eden

Roma: Dei Piccoli

Genova: Cappuccini

STYX, LA RECENSIONE

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