Asian Film Festival 19, a Roma si danza sui confini

Prima sera al Cinema Farnese tra film in concorso, nuove leve e il genio di Takashi Miike

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Asian Film Festival 2022

È stata inaugurata a Roma la diciannovesima edizione dell’Asian Film Festival, al Cinema Farnese dal 7 al 13 aprile. In sala c’è fermento, la voglia di tornare a vedere, viaggiare, incontrare l’Estremo Oriente. Il pubblico arriva fiducioso, desideroso di riprendersi dalla crisi, di vivere e conoscere una realtà diversa e che sa toccare il cuore. 

Si parte con Reunion Dinner di Ong Kuo Sin per la sezione Newcomers. Prima coproduzione tra Singapore e Cina, è una commedia solo in apparenza, che sa scendere in profondità e sotto le maschere dei protagonisti.

 L’AFF, organizzato dal Cineforum Robert Bresson e diretto da Antonio Termenini, arriva a questa edizione dopo aver affrontato una serie di difficoltà. Dichiara il direttore: «Il timore è quello di essere asincroni, di parlare, promuovere, qualcosa che l’opinione pubblica non vuol sentire, almeno ora. Se la principale sfida che poneva e pone il Covid 19 è quella di poter pianificare nei giusti tempi, di poter poi effettivamente realizzare quello che si aveva pensato, di poter invitare ospiti, la guerra, una guerra inaspettata pone il problema di come si propone un prodotto al quale si è lavorato per mesi. Cineforum Robert Bresson è molto soddisfatto del risultato raggiunto per questa diciannovesima edizione di Asian Film Festival, proprio perché in questo clima di emergenza permanente».

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Tra i film in programma, nella stessa sezione si prosegue con Ms. Pearl, poetico dramma di Li Yunbo. Il film prende il suo titolo da un detto della provincia di Guandong che recita: La perla è coperta dalla paglia, raccontando di come la luce delle persone sia spesso coperta dalla tradizione.

Una tenera virata si ha con il cortometraggio The Season Cuckoo Sings di Yang Jia, che prepara lo spettatore al sorriso per la proiezione seguente. Big Night, opera In Concorso del regista filippino Jun Robles Lana, è una black comedy dedicata a un outcast ingiustamente accusato di sospetta tossicodipendenza.

Ma a chiudere ‘col botto’, nel vero senso della parola, è il film Fuori Concorso di Takashi Miike: The Mole Song: Final. Si tratta dell’ultimo, esplosivo capitolo della saga sulla yakuza, esagerato come un kabuki e pirotecnico live action, frenetico nel cambio di registri stilistici e talmente assurdo da piacere quasi a forza.

Ottima premessa, insomma, per le successive giornate: il Thailand day (venerdì 8), il Korean day (sabato 9) e il Japan day (domenica 10). Seguiranno due proiezioni dedicate a Brillante Mendoza (martedì 12) che vedranno la partecipazione della Roma Lazio Film Commission per assegnare all’autore un premio alla carriera. A chiudere le danze mercoledì 13, invece, è di nuovo Takashi Miike con The Great Yokai War Guardians.
Finestra su mondi lontani eppure vicinissimi, l’AFF si propone di portare l’industria italiana a pensare concretamente a co-produzioni con l’Estremo Oriente promuovendo lo scambio tra culture. Lavorare ai margini, danzare sui confini, avvicinare popoli tornando, al cinema, a sentirsi più uniti. «Sperando davvero» sostiene Termenini «che il 2022 sia l’ultimo anno “dell’emergenza” iniziata nel febbraio del 2020».

Anna Grazia Cervone

 

Asian Film Festival 19