Dopo Cannes 2023, ecco The Idol: il prezzo del successo

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È il grande scandalo di Cannes 2023. Parliamo di The Idol naturalmente, la nuova serie di Sam Levinson, creata insieme alla star dell’hip-hop The Weeknd, anche interprete al fianco della vera protagonista, Lily Rose-Depp, che interpreta una giovane pop star, Jocelyn, pronta a fare il suo ritorno sulla scena dopo un esaurimento nervoso seguito alla morte della madre per un cancro incurabile.

Sam Levinson ha rivoluzionato la narrazione dell’adolescenza con Euphoria, serie senza pietà sulla condizione delle giovani donne in questo mondo moderno dominato dai social, dalla superficialità dei rapporti, dalla facilità di accedere ad alcool e droghe e, soprattutto dal sesso e dalle peggiori conseguenze in cui si può incorrere oggi, a partire dal revenge porn. Un tema che troviamo gà nei primi minuti di The Idol, i cui primi due episodi sono stati presentati in anteprima mondiale sulla Croisette, preceduti da un tappeto rosso che ha di fatto celebrato una nuova stella.

Lily-Rose sa cosa vuol dire essere costantemente sotto i riflettori

Lo ha imparato guardando i suoi genitori, Johnny Depp (che il festival lo ha aperto con Jeanne Du Barry) e Vanessa Paradis, come lei divenuta celebre giovanissima grazie alla musica prima e al cinema poi. Sa come gestire anche le critiche e le polemiche, e non sono state poche quelle che hanno accompagnato The Idol a Cannes.

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La nuova creatura di Sam Levinson è stata infatti accusata di essere morbosa, eccessiva, anche le molte scene di nudo di cui è protagonista la Depp sono state oggetto di discussione. Ma come si suole dire, non si può fare una frittata senza rompere le uova. E a Levinson non interessa essere banale, le sue non solo facili provocazioni.

La storia di Jocelyn è un attacco frontale al mondo dell’intrattenimento di oggi, qui si parla dell’industria musicale, ma poteva essere facilmente trattato anche l’universo dell’audiovisivo. Un mondo che sfrutta le sue galline dalle uova d’oro fino allo stremo, il cui unico obiettivo è il profitto e la creatività dell’artista viene messa in secondo piano. Il tutto descritto con dovizia di particolari, senza tralasciare nessuna delle figure che fanno parte della corte del fenomeno di turno.

The Idol è una storia che viene da lontano

Se ne sono raccontate tante e in molti modi diversi, basti pensare a un classico come Pink Floyd – The Wall nella versione cinematografica di Alan Parker, la lunga discesa nell’abisso da parte di Pink, traumatizzato dalla morte del padre in guerra e alienato in un mondo che gli succhia la vita e in cui non si riconosce.

Levinson e The Weeknd però volevano lavorare da un diverso punto di vista, come hanno sottolineato durante la conferenza stampa di presentazione di The Idol a Cannes.

«La nostra idea era di creare qualcosa di differente, che facesse ridere il pubblico e facesse incazzare alcune altre persone».

Facile immaginare chi, come si comprende da quanto aggiunge proprio l’artista musicale.

«Volevo raccontare una fantasia oscura e contorta sull’industria musicale. Prendere tutto quello che so su di essa e amplificarlo».

Missione compiuta, grazie soprattutto alla dedizione alla causa profusa da Lily-Rose Depp. La sua interpretazione della giovane e spezzata Jocelyn è un tour de force fisico estremo e che si addentra in zone della sfera emozionale oscure e anche pericolose per una giovane attrice.

«L’esplorazione del personaggio è stata interessante: cosa succede nella sua testa? Una persona che è così osservata ma non vista… Che cosa sembra quando si scioglie?».

Lei certamente si è lasciata andare, senza preconcetti o inibizioni, si lascia poco all’immaginazione in The Idol, e le molte scene di nudo della protagonista sono state oggetto di critica da parte della stampa. Ma è lo stesso Levinson a spiegare che tutto è funzionale a quello che racconta la serie.

«Viviamo in un mondo molto sessualizzato. Soprattutto negli Stati Uniti, l’influenza della pornografia è forte nella psiche dei giovani. Lo vediamo nella musica pop. Quando si ha un personaggio che ha un forte senso di sé e un forte senso sessuale, si finisce per sottovalutare questo aspetto».

Difficile non pensare alla parabola, triste, professionale  e soprattutto umana di Britney Spears, a cui nel primo episodio viene reso apertamente omaggio, anche se Levinson afferma di «non avere pensato a un personaggio in particolare».

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Attorno a Jocelyn si muove una corte che gestisce ogni aspetto della sua vita, a partire da Ginny, la produttrice rappresentante dell’etichetta discografica con cui la giovane è sotto contratto. La interpreta Jane Adams, attrice simbolo del periodo d’oro del cinema indie americano, protagonista di un classico come Happiness di Todd Solondz, che ha difeso apertamente Lily-Rose e la serie parlando proprio con Ciak.

«Non so cosa stia succedendo, mi sembra incredibile che addirittura in Francia si facciano considerazioni di questo tipo, in un paese che ha avuto attrici che sono state delle icone della sensualità. Tutto questo senza considerare il grandissimo lavoro fatto da Lily e Sam».

E a proposito di indie, Adams rappresentata un ponte tra due epoche, lei che ha vissuto l’alba di un grande periodo del cinema americano indipendente oggi si ritrova a lavorare per una serie prodotta da HBO e A24, due etichette che sulla libertà creativa hanno costruito le loro fortune.

Nel cast troviamo anche Hank Azaria (Chaim, uno dei manager di Jo), Dan Levy (il suo ufficio stampa), la pop star australiana Troye Sivan (amico d’infanzia e consulente creativo), Eli Roth (un executive di Live Nation, una delle più grandi società di organizzazione e promozione di eventi dal vivo del mondo. Tanto per non mandarla a dire) e Rachel Sennot (la sua assistente personale. Sennott è una delle protagoniste di Bodies, Bodies, Bodies, il #MeToo horror targato proprio A24).

The Idol è una serie in sei puntate e andrà in onda su Sky e in streaming sulla piattaforma Now dal 5 giugno. Manca poco per fare la conoscenza di Jocelyn.