Utoya July 22, alla Berlinale il film shock sul massacro di 69 ragazzi in Norvegia

Al Festival di Berlino in concorso il film sulla strage del 2011 commessa da Anders Breivik, che uccise 69 ragazzi e ne ferì 99

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Il 22 luglio 2011 cinquecento giovani che partecipavano a un campo estivo sull’isola di Utoya, a largo di Oslo, furono attaccati da un trentaduenne simpatizzante di estrema destra, Anders Behring Breivik, che vestito da poliziotto e armato fino ai denti sparò a 168 persone. Ne uccise 69, né ferì 99. Il regista Eric Popp ha deciso di trasformare lo scioccante massacro in un film, Utoya July 22, dove la macchina da presa segue la diciannovenne Kaja, che trascorre le vacanze nel campo con la sorella Emilie. Improvvisamente uno sparo, ne seguono poi altri che scateneranno la fuga dei ragazzi e daranno il via a un’atroce caccia destinata a durare 72 lunghissimi minuti. Kaja tenta di mettersi in salvo, si nasconde nella foresta, cerca disperatamente sua sorella Emilie, chiama la madre al telefono, corre tra i corpi senza vita. Nessuno sa cosa stia accadendo.

Girato in tempo reale e in un unico piano sequenza, Utoya July 22 ricostruisce l’agghiacciante esperienza di quei ragazzi dal loro punto di vista, denunciando l’enorme ritardo col quale arrivarono i soccorsi. “Ho realizzato il film con un unico piano sequenza – spiega il regista – perché fosse chiaro il tempo trascorso dall’inizio alla fine dell’attacco. Un tempo infinito. La sceneggiatura era molto dettagliata, gli attori hanno provato a lungo a teatro, ma è stato lasciato spazio anche all’improvvisazione”.

Le critiche al regista non sono mancate in Norvegia. “Alcuni pensano che il film sia arrivato troppo presto, ma sono stati gli stessi giovani sopravvissuti e le loro famiglie a chiedermi di non aspettare. Basta guardare all’Europa di oggi per accorgersi di come il neofascismo stia crescendo. Dobbiamo allora ricordare cosa è accaduto in quel luogo e a cosa possono condurre gli estremismi. Abbiamo deciso di realizzare un film di finzione e non un documentario per ragioni morali, affinché i parenti delle vittime non identificassero i personaggi con i propri cari. E un gruppo di psicologi ha seguito le riprese per sostenere attori e residenti dell’isola”.

Ingrid Marie Vaag Endrerud, una delle giovani sopravvissute alla strage, ha poi raccontato: “Quando cerco di spiegare quello che mi è accaduto, mi sembra di farlo da una certa distanza, mentre il cinema è capace di raccontare questa storia entrando in profondità”. La diciannovenne attrice protagonista, Andrea Berntzen, aveva 12 anni all’epoca del massacro.Quando ho saputo che sarebbe stato realizzato un film su Utøya anche io ho pensato che fosse troppo presto. Ma leggendo la sceneggiatura e scoprendo che al centro del film ci sarebbero stati i ragazzi sull’isola e non il terrorista, ho capito quanto fosse importante partecipare al progetto”.