La ermita, dopo Piggy il nuovo film di Carlota Pereda: «poteva essere il mio esordio»

La regista racconta la sua opera seconda a Sitges 2023

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Carlota Pereda, La ermita

Il suo nuovo La ermita sarà nelle sale spagnole il 17 novembre, tra i film – non solo horror – più attesi dal pubblico che tanto aveva apprezzato il precedente Cerdita (da noi Piggy), ma l’anteprima del film è stata al Festival Internacional de Cine de Cataluña di Sitges 2023, dove la stessa regista Carlota Pereda ha raccontato parte del lavoro fatto con la giovanissima esordiente Maia Zaitegi e la Scream Queen dell’horror spagnolo Belén Rueda, coppia inedita di protagoniste di una storia che arriva da lontano, per il lungo tempo di preparazione e per le sue radici, che affondano nella tradizione scozzese (poi ricreata nelle location dei Paesi Baschi e della Navarra), unendo dramma e thriller soprannaturale.

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E’ stato un viaggio di apprendimento su molti livelli” dice la Pereda, spiegando di aver affrontato “un tipo diverso di film e di produzione” dopo esser stata contattata dalla producer di Filmax (che quest’anno celebra i suoi 70 anni) Laura Fernández “già dai tempi del corto di Cerdita”. Lo script, d’altronde, era già pronto da prima che arrivassero a lei, almeno dal 2016, prima che Netflix decidesse – per prima! – di dare il proprio appoggio al progetto e in attesa di trovare una regista in grado di gestire una produzione che ha dovuto ricreare il secolo XVII “ma non solo nella location, nel vestito, i mostri, le feste, le bambole.. fino alla cappella, che era quella reale all’esterno, ma che abbiamo dovuto ricostruire all’interno, realizzandone una copia solo di un metro più bassa, di 12 di base per 7 di altezza… e con materiali ignifughi, perché avremmo dovuto usare il fuoco e con una bambina di 8 anni!” – come dice la producer – e bilanciare la parte drammatica con quella fantastica, aggiungendo un tocco di folclore e di humor.

Faccio solo film che fanno rima tra loro – dice la regista, quasi a confermarlo… – Dopo Cerdita e La ermita, il prossima film si intitolerà Mamita!“. Scherza, ovviamente, anche se è vero che questo nuovo film “avrebbe potuto essere il mio film d’esordio – come svela. – Firmammo ancora prima di iniziare a girare Cerdita, e l’abbiamo iniziato a girare una settimana dopo esser stati a Sitges nel 2022. Una autentica pazzia!“.

Non abbiamo potuto girarlo in sequenza – continua, raccontando le riprese. – Abbiamo dovuto iniziare dal finale, e non è semplice dire a una bambina di otto anni appena arrivata sul set: ti ricordi tutta la storia che ti ho raccontato? Bene, ora iniziamo dalla fine!. E’ stato tutto molto molto complesso, in molti sensi“.

Com’è stato girare con la piccola Maia Zaitegi, Emma?

Abbiamo provato molto, ma io lavoro sempre molto sulla sceneggiatura, con gli attori intorno a un tavolo, prima di andare sul set, per poi provare le alternative durante le riprese. Con Maia Zaitegi però è stato tutto diverso, essendo lei molto empatica e intelligente voleva sapere tutto quello che avremmo fatto. Se non comprendeva l’obiettivo della sequenza, non poteva farla. Quindi abbiamo parlato molto, spesso cercando di farlo come se fosse un gioco, trovando sempre il modo ‘buono’ di farlo, insieme. Gradualmente, così, è diventata in grado di raccontare esattamente tutto quello che succedeva al suo personaggio nel film da un punto di vista emotivo. Anche se nelle scene più complicate, proprio emotivamente, facevamo in modo che le vivesse senza ansia ballando le canzoni di Rosalia prima del ciak. Come, per esempio, prima di girare quella con gli Uomini uccello. Cose così.

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Facile immaginare che gli aneddoti siano stati molti…

Uno per tutti, sempre sugli uomini uccello. Che a causa del costume non vedevano nulla, e nella scena in cui dovevano scendere le scale quasi si ammazzano. Questo mentre io gli urlavo: “Molto bene ragazzi, facciamone un’altra!“.

Molti vedono nel tuo secondo film la conferma di un’industria attenta alle registe done, è così?

Il sistema si sta sicuramente evolvendo in Spagna, sicuramente almeno per me, che però ho fatto già un altro film. Purtroppo non è sempre così anche per le mie colleghe, che hanno progetti meravigliosi di cinema fantastico. Non ci sono tante produttrici come Laura Fernández, capaci di scommettere su un film. Succede con i film di genere, abitualmente, ma ancor più con le donne.

Proprio lei ha detto di averti scelta anche per il tuo saper gestire più generi, e per il tuo humour

Io non concepisco la vita senza un mix di generi. In un mondo tanto pazzo come quello di oggi per me è complicato pensare a un genere puro. Mi piace quando lo vedo, ma quando mi metto a scrivere la commedia esce da sola, esce da tutte le parti, tanto che devo chiedere agli altri di controllarmi.