La ermita, la recensione del nuovo film della regista di Piggy

Di nuovo a Sitges, Carlota Pereda si affida a Belen Rueda e cambia genere

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La ermita, Belen Rueda

Vincendo il Méliès de Oro proprio al Festival Internacional de Cine de Cataluña di Sitges l’anno scorso, il Cerdita di Carlota Pereda si era rivelato una delle sorprese del 2022 conquistando anche il premio per la Miglior Sceneggiatura ai Feroz Awards, oltre a sei candidature ai Goya (e una statuetta, per la protagonista Laura Galán). Non poteva che essere Sitges 2023 a ospitare l’opera seconda della regista di Madrid, La ermita, una storia che affonda nella tradizione unendo dramma e thriller soprannaturale, e nella quale tutto ruota intorno a una intensa e sfigurata Belén Rueda, vera Scream Queen dell’horror spagnolo.

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IL FATTO:

La madre della giovane Emma ha una malattia terminale avanzata, ma la piccola concentra le sue forze nel comunicare con lo spirito di una ragazza che è convinta sia rimasto intrappolato nella cappella del suo paese. In cerca di aiuto, si rivolge a Carol, medium e figlia di una donna che conosceva, e che possedeva il dono. Quello che potrebbe servirle per raggiungere il suo obiettivo.

La ermita

L’OPINIONE:

Premio Honorífico del festival nel 2021, la Scream Queen spagnola Belen Rueda è la protagonista del film che segna il ritorno della regista di una delle sorprese più apprezzate della scorsa stagione, il Piggy uscito proprio in estate anche in Italia. Probabilmente il motivo principale per vedere anche questo La ermita, storia arrivata a Carlotta Pereda già pronta e che la Filmax sperava potesse acquistare sfumature grazie alla dotata direttrice. Che in parte riesce nell’impresa, senza nulla togliere all’impegno dei due sceneggiatori esordienti Albert Bertran Bas e Carmelo Viera, presentando al pubblico una storia decisamente più convenzionale del suo precedente film.

Ma a parte l’autocitazionismo evidente nel nome degli stessi personaggi e qualche pizzico dello humour tanto caro alla regista, il risultato appare fin troppo ben confezionato. Impossibile fargliene una colpa, ovviamente, anche se come opera seconda si sperava in più coraggio da parte di una autrice che in questo momento avrebbe potuto contare su un certo peso commerciale. Vero è che il progetto era in lavorazione da ben prima del successo di Cerdita (Piggy), e questo spiega tutto, rimandando i fan alla prossima fatica della Pereda.

Nel frattempo, godiamoci una storia abbastanza classica di fantasmi in pena (nello specifico di poveri appestati murati nella chiesetta e lasciati a morire), di madri e figlie con rapporti non facili e da risolvere (anche dopo la morte), lo humour tagliente di una splendida Belen Rueda, truffatrice divisa tra rancore e catarsi, e gli incredibili effetti che danno vita alle creature nere e scheletriche anch’esse vittime di un loop interminabile. Quello che il film risolve forse nella maniera meno convincente, con un finale che lascia qualche perplessità, dopo un percorso comunque pulito e gestito in maniera ordinata quanto a regia e montaggio.

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Sicuramente il Cerdita (o Piggy, come è uscito in Italia) che ha portato Carlota Pereda a girare questo secondo film, per rendervi conto della differenza che si diceva, ma anche il Sette minuti dopo la mezzanotte (A Monster Calls) del 2016 diretto da Juan Antonio Bayona con il quale La ermita condivide alcuni temi e certe emozioni.

La ermita

RASSEGNA PANORAMICA
VOTO
la-ermita-la-recensione-del-nuovo-film-della-regista-di-piggySpagna, 2023 - Regia: Carlota Pereda - Interpreti: Belén Rueda, Maia Zaitegi, Loreto Mauleón, Elena Irureta, Josean Bengoetxea - Durata: 1h e 45’ - Distribuzione: Filmax - Uscita: 17 novembre (Spagna)