“VELOCE COME IL VENTO”: TUTTI I GIRI DEL CUORE

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Adrenalinico, malinconico, emozionante, vero: al cinema arriva Veloce Come il Vento, ispirato ad una storia vera, diretto da Matteo Rovere e interpretato da Stefano Accorsi e Matilda De Angelis. Ecco cosa ci hanno raccontato i protagonisti durante la presentazione del film…

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Matilda De Angelis e Stefano Accorsi sul set di Veloce come il Vento

«Come è nata l’idea? Beh, il primo soggetto di Matteo (Rovere, classe ’82, produttore, regista, sceneggiatore ndr.) era già stupefacente. Così, dopo Gli Sfiorati, il precedente film in cui abbiamo collaborato insieme, ci siamo messi all’opera in questo, che è qualcosa di estremamente diverso. Un film che parla di corse automobilistiche, un film atipico ». E, se a dirlo è Domenico Procacci, che con la sua Fandango ha prodotto alcuni dei più importanti titoli italiani degli ultimi anni, allora ci si può fidare. Ma, anche non sapendo chi o cosa si nasconde dietro Veloce come il Vento (in uscita il 7 aprile, distribuito da 01), fin dalla prima sequenza, si nota quanto, accelerata dopo accelerata, battito dopo battito, sia un film capace di suscitare nello spettatore una profonda enfasi, un sincero coinvolgimento di emozioni e nervi, legato alla bellissima storia romanzata e costruita su personaggi esistenti che – senza usare iperbole – possono essere considerati degli eroi. Perché Veloce come il Vento, diretto in modo eccezionale da Matteo Rovere, racconta la vicenda di Giulia De Martino (Matilda De Angelis), giovane promessa sui tracciati del Campionato GT, travolta dalla morte prematura del padre, ossessionata da un debito insanabile, con un fratellino da crescere e alle prese con il ritorno a casa di suo fratello più grande Loris (Stefano Accorsi), vagabondo spiantato e ma geniale (ex) pilota di Rally. Il rapporto tra i due non è facile ma, errore dopo errore, riusciranno in qualche modo a riabbracciarsi, anche solo per il tempo di un ultimo, adrenalinico giro di pista. «La pellicola è essenzialmente una storia di personaggi, con una donna protagonista all’interno di un mondo maschile. Il personaggio di Accorsi è legato al vero pilota Carlo Capone », dichiara il regista, «che negli anni ’80 era il più forte di tutti sui tracciati rally. Ho conosciuto la sua figura grazie ai racconti di un grande meccanico: Antonio Dentini, interpretato nel film da Paolo Graziosi. Dalle sue parole è nata la pellicola, che si può considerare una sorta di omaggio a Carlo »

Matilda De Angelis interpreta Giulia De Martino
Matilda De Angelis interpreta Giulia De Martino

Appunto, nel ruolo di Loris De Martino, ispirato alla romantica e (in)dimenticata figura di Capone, troviamo un enorme Stefano Accorsi: «Come dice Matteo, alcuni personaggi ci hanno dato lo spunto, ma c’è anche tanta fantasia. Però, nel girare un film complesso, anche a livello logistico, ci deve essere una preparazione dietro: ogni parola ‘tecnica’ è stata studiata insieme ad un team di esperti. Tra l’altro, per un film così dobbiamo ringraziare anche gli stunt che hanno lavorato con noi, una squadra pazzesca e preparatissima », racconta l’attore. Al fianco di Accorsi, Veloce come il Vento, è illuminato dalla presenza della giovanissima (e bravissima) Matilda De Angelis, nota per aver interpretato Ambra nella fiction Rai Tutto Può Succedere. L’attrice, al suo esordio cinematografico, tira fuori una prova di estremo carattere, dicendo che: «Giulia è un regalo a tutte le donne pilota che ci sono, costrette a correre anche contro una realtà fin troppo maschile e maschilista. Prima di Veloce Come il Vento non conoscevo bene il mondo delle corse, ma durante la produzione mi sono affezionata a questo universo, dove i team sono una grande, unica famiglia. Cosa farò da grande? (Matilda, oltre fare l’attrice, è anche la frontman della band bolognese Ruma de Badas ndr.) Sia recitare che cantare sono esperienze forti: certamente continuerò a camminare e a parlare allo stesso tempo. È una questione di priorità... »

Paolo Graziosi, Stefano Accorsi e il piccolo Giulio Pugnaghi in una scena del film
Paolo Graziosi, Stefano Accorsi e il piccolo Giulio Pugnaghi in una scena del film

Veloce Come il Vento, ricco di sequenze roboanti a bordo delle fiammanti automobili, ma in grado di suscitare una vorticosa giostra di empatia e di emozioni viscerali, che non risparmiano sorrisi e lacrime (merito anche di tante, accecanti scene ”madri” e di dialoghi e dettagli che fanno alzare, restando in tema, i giri del cuore), si può (anche) considerare un film di genere che, come ci ha detto Matteo Rovere, è ispirato al grandissimo cinema recente e passato. «Per gli inseguimenti in città ho pensato a Ronin, invece per un più ampio respiro ho attinto alla nostra filmografia action degli anni ’70, con le scene d’azione girate dal vivo, per rendere tutto più reale. Poi, saper guidare le auto è un talento tutto italiano ». Del resto, Veloce come il Vento va a dipingere anche gli attimi (s)fuggenti della vita e della vita in bilico tra certezze e radici, tra follia e raziocinio, mixando opposti e simili, come il violino sul rombo di una macchina (”che ha vent’anni portati da Dio”), mettendo poi, al centro della pista, come ha detto Accorsi, «Un mondo animato da un grande amore per la velocità e per la vita ».

Damiano Panattoni

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