Un amore, Stefano Accorsi e Micaela Ramazzotti sfidano il tempo e la distanza

Stefano Accorsi parla a Ciak di Un amore, serie in sei episodi disponibile dal 16 febbraio su Sky e in streaming su NOW

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Un amore

Un intenso rapporto epistolare è ciò che lega per anni Alessandro (Stefano Accorsi) e Anna (Micaela Ramazzotti) in Un amore che resiste al tempo e alla distanza. I due si innamorano in un’estate di fine anni ‘90, appena 18enni, durante un Interrail in Spagna. Rientrati in Italia però sono costretti dagli eventi a separarsi, senza riuscire mai a trovare il coraggio di vedersi. Accadrà solo 20 anni più tardi, con quasi 40 anni di vita addosso. Eppure, quel sentimento conosciuto da giovanissimi è ancora lì, intatto, forte abbastanza da riuscire a scontrarsi con una realtà molto più complessa di quella creata con “la montagna di parole” impresse nelle loro lettere.

Prodotta da Sky Studios e Cattleya, la serie conta 6 episodi diretti da Francesco Lagi ed è disponibile dal 16 febbraio su Sky e in streaming su NOW. È stata creata da Enrico Audenino e Stefano Accorsi che interpreta il ruolo di Alessandro.

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Da dove nasce l’idea di Un amore?
Avevo voglia di vedere rappresentata una storia d’amore diversa, che non per forza andasse a finire male. L’intuizione si è sviluppata intorno a questi due protagonisti che condividono un percorso parallelo ma non riescono mai a essere in sync per varie vicissitudini. Anna e Alessandro sperimentano nell’arco della vita il desiderio, l’innamoramento, la distanza, l’intimità, l’amicizia, ma troveranno il coraggio di confrontarsi con la realtà solo a 20 anni dal loro primo incontro.

Luca Santoro e Beatrice Fiorentini interpretano i giovani Stefano Accorsi e Micaela Ramazzotti in “Un amore”

Un rapporto tenuto vivo da uno scambio epistolare.
Sì, ma abbiamo scelto di mostrare i momenti in cui si ritrovano. Non è una serie epistolare. Abbiamo lasciato alle lettere il tempo in cui non si sono visti. Frasi fuori campo con cui si raccontano l’uno all’altra. E qualcosa è stato lasciato all’immaginazione.

Che significato ha il patto di scriversi senza vedersi?
Questo tenersi lontani ma in qualche modo vicini attraverso la scrittura offre una grande intimità ma anche l’impossibilità di vivere quella storia. Si mantiene una sorta di innamoramento perpetuo, un rapporto platonico di lettere e di emozioni assolute proprio perché non vissute.

Come accade che Alessandro si decide a dar forma a questo amore?
C’è un elemento che lo spinge a prendere questa decisione. È quando viene a sapere che sua madre sta male. Questo destabilizza il suo equilibrio. Così prende coraggio e compie questo passo.

Sono situazioni spartiacque?
In certi momenti ci si rende conto che la vita è un soffio e che tutto può cambiare in poco tempo. C’è una fase in cui ci si sente immortali e si pensa che qualunque cosa accada c’è sempre tempo per sistemare tutto. In realtà, a un certo punto ti rendi conto che quel tempo non c’è. E quindi devi prendere delle decisioni. La sua è sicuramente azzardata da un lato ma molto bella e romantica dall’altro. Bologna è il luogo in cui prende vita questa possibilità meravigliosa e ricca di mistero. A volte basterebbe allungare un po’ la mano per entrare in contatto con lo straordinario che è nell’ordinario.

Qual è stata la difficoltà più grande di questo ruolo?
A differenza delle storie comuni, qui la tappa dell’innamoramento è strana perché dura da così tanto tempo che è diventata parte di sé. Quindi la difficoltà più grande è stata quella di trovare questa cifra fra la meraviglia di un nuovo amore e la consuetudine di un contesto familiare. Nel togliere al personaggio quell’impulsività propria del momento in cui ti innamori di una persona che non conoscevi prima.

E la parte più divertente?
Alessandro sembra maturo e consapevole, ma nell’attimo in cui ti approcci a una persona di cui sei innamorato c’è poco da fare: non controlli più niente. E questa è la cosa bella e divertente. La serie alterna momenti romantici e drammatici a momenti di grande leggerezza. È a tratti brillante e anche poetica.

La sceneggiatura ha richiesto molti sforzi?
Raccontare una storia d’amore senza appoggiarsi al genere è un’operazione complicata. Quando si lavora su un progetto originale ci si deve inventare la narrazione da zero. Il lavoro per trovare una quadra è lungo e difficile. Il gruppo di scrittura è stato ampliato in un momento decisivo ed è stato fondamentale. Il risultato è un grande lavoro di squadra.

Cosa tiene vivi i rapporti a distanza negli anni?
Fondamentale è che tra due persone ci sia quell’affinità elettiva che è sicuramente cosa rara. Ma è anche vero che a distanza è più facile credere che quell’affinità esista, non ci sono le complicazioni del quotidiano.

Tre ragioni per non perdersi la serie.
È autentica. Le situazioni e i personaggi sono veri. È una storia molto romantica, ricca di momenti di leggerezza coinvolgenti. E infine perché è sì una storia d’amore ma è anche il racconto di due vite, di due persone che si conoscono da quando erano adolescenti. E questo ci fa riflettere anche sulla nostra esistenza e sul senso della vita.