“EQUALS” IN CONCORSO A VENEZIA 72: FILM ATTIRA RED CARPET O VERA SORPRESA?

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Sale la febbre per Equals, il nuovo film in concorso a Venezia 72 del cineasta californiano Drake Doremus, vincitore del Sundance Film Festival quattro anni fa per il pregevole Like Crazy, storia d’amore tra Felicity Jones e Anton Yelchin, una delle più intense e meno rassicuranti degli ultimi anni (insieme a Blue Valentine di Derek Cianfrance e Take This Waltz di Sarah Polley). Limitandosi alla trama, sembrerebbe di essere di fronte a una rivisitazione post-adolescenziale dell’universo orwelliano di 1984, dove le emozioni sono state geneticamente disattivate per promuovere una cultura di stabilità e non violenza. I protagonisti Kristen Stewart e Nicholas Hoult fanno parte di una popolazione immune alla manipolazione genetica, che è ancora capace di innamorarsi.

EqualsSulla carta, Equals rientra in pieno nella modaiola categoria degli Young Adult: una realtà distopica che tarpa le ali a una gioventù sottomessa, ma dallo spirito ribelle. Lo spunto di partenza è lo stesso di The Giver – Il mondo di Jonas di Phillip Noyce, sotto i cinquanta milioni di dollari negli Stati Uniti, lontano dagli incassi stellari degli Hunger Games e della serie dei Divergent. Va detto che dalla sensibilità di Doremus e dello sceneggiatore Nathan Parker (Moon) ci si attende ben altro: una capacità di tratteggiare le psicologie dei protagonisti mai superficiale, tipica del cinema indie americano, che sappia emozionare non soltanto le teenager in agitazione ormonale ma anche lo spettatore meno incline a racconti di turbe giovanili.

Ci si potrebbe chiedere: la presenza di Equals in concorso a Venezia non è altro che una “furbata” degli organizzatori per portare sul tappeto rosso due stelle del firmamento giovanilista come Kristen Stewart e Nicholas Hoult? La stessa domanda era stata posta dagli addetti ai lavori soltanto un paio d’anni fa per Spring Breakers di Harmony Korine, che presentava nel cast Selena Gomez, Vanessa Hudgens e Ashley Benson, direttamente da Disney Channel e High School Musical. Risultato? Un capolavoro, che sotto le mentite spoglie del teenage-movie rimane la radiografia visiva più autentica dello spirito del nostro tempo. Ben vengano, quindi, le star di Hollywood se la loro presenza alla Biennale è accompagnata da pellicole di valore assoluto.

Infine, Kristen Stewart. Non più una ragazzina esangue, non più un’incognita, non più un’anomalia, ma una garanzia di cinema indipendente e viscerale. Il premio per l’interpretazione in Sils Maria agli ultimi César come miglior attrice non protagonista sancisce le potenzialità di un’interprete coraggiosa, che è riuscita a mettersi alle spalle l’esperienza di Twilight. Ragazza timida e allergica alla luce dei riflettori, insofferente di fronte alla popolarità e alle schizofrenie dello star system, dagli occhi dolci e dal sorriso sempre accennato come se fosse in costante imbarazzo, Kristen avrà l’occasione al Lido di incantare ulteriori appassionati di cinema.

Emiliano Dal Toso