“IL CASO SPOTLIGHT”: LA RECENSIONE!

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Spotlight Usa, 2015 Regia Tom McCarthy Interpreti Rachel McAdams, Mark Ruffalo, Michael Keaton, Stanley Tucci, Liev Schreiber, Billy Crudup, John Slattery Sceneggiatura Tom McCarthy, Josh Singer Produttore Michael Bederman, Blye Pagon Faust, Steve Golin, Nicole Rocklin, Michael Sugar Distribuzione Bim Durata 2h e 8′

In sala dal 

18 febbraio

Un gruppo di giornalisti del Boston Globe, raccolto sotto la sigla Spotlight, su spinta del neodirettore del quotidiano Marty Baron riceve l’incarico di indagare su denunce per molestie sessuali mosse da alcuni cittadini a carico di qualche sacerdote.Â È il 2001 e sino a quel momento ogni tentativo di far chiarezza sui casi è stato, scientemente o meno, fatto cadere nel dimenticatoio. Ma questa volta, coordinati da Walter “Robby” Robinson, Sacha Pfeiffer, Michael Rezendes e Matt Carroll non si fermeranno, svelando uno scandalo di proporzioni impensate e vergognose.

La storia è vera, rigorosamente documentata. Nomi, cognomi e fatti sono evidenziati sino ai titoli di coda, quando si tirano ulteriori somme e si stila l’elenco dei responsabili (tra l’altro l’omertoso – come minimo – vescovo di Boston, poi rimosso e trasferito a Roma era uno dei più accreditati pretendenti alla successione dell’ammalatissimo Wojitila, figuratevi il rischio corso!). Per questo alle coloriture drammatiche della suspence e della fiction, il regista (altrove attore) Thomas McCarthy (Station Agent, L’ospite inatteso, Mosse vincenti, Cobbler) ha opportunamente preferito la cinecronaca dei fatti così come si sono svolti: la tensione emotiva dei racconti delle vittime, le difficoltà dell’indagine (con le reticenze e gli ostacoli), la frustrazione, i tempi morti, il senso di colpa di non averlo fatto prima; un esempio quasi di ricostruzione- reportage, magari meno affascinante di Tutti gli uomini del Presidente (beh, quello era un formidabile punto fermo del new American Cinema anni ’70, inimitabile anche nel contesto), ma comunque avvincente e “indignante”. Gli attori danno tutti, nessuno escluso, il loro adeguato contributo di realismo e aderenza, da Ruffalo alla McAdams, dall’impeccabile Keaton a Schreiber, sino a un Stanley Tucci, una tantum allontanatosi dalle macchiette remunerate, nel ruolo di un tignoso ma integerrimo avvocato delle vittime di abusi. Già alla proiezione veneziana si era intuito che Spotlight possedeva i caratteri giusti per conquistare tutti, infatti ben 6 sono le Nomination agli Oscar. Vedrete che qualcuna alla statuetta ci arriverà.

Massimo Lastrucci