IN SALA DI DOPPIAGGIO CON LUCA WARD

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Leonardo DiCaprio, George Clooney, Scarlett Johansson, Julia Roberts. Le star che siamo abituati a vedere sul grande schermo non hanno esattamente la voce che sentiamo. Anzi, spesso quando si guarda un film in lingua originale, risulta difficile e quasi innaturale, sentirle parlare. Il doppiaggio non è un lavoro facile, rispetto al passato oggi i tempi sono più stretti, un intero film si doppia in soli dieci giorni. Molti giovani attori si avvicinano a questa professione, dove l’unico carattere dominante è la voce. Con essa si definisce il personaggio, bisogna sincronizzarsi a lui, al suo modo di parlare, alle intenzioni che deve avere in una scena.

E chi meglio di uno dei più grandi doppiatori italiani come insegnante per imparare i trucchi del mestiere? «Al mio segnale, scatenate l’inferno » vi dice qualcosa? La Milano Film Academy, istituzione che si prefigge di divenire punto focale dell’universo cinema milanese, ha organizzato uno stage con Luca Ward, l’indimenticabile voce di alcuni dei protagonisti più amati di sempre, come Russell Crowe, Keanu Reeves, Pierce Brosnan e molti altri. Durante le lezioni Ward dà consigli e mette alla prova gli aspiranti doppiatori in sala di registrazione, facendoli cimentare in diversi tipi di scene, da un semplice scambio di battute sino a quelle più spinte per spronare i ragazzi a lasciare le proprie inibizioni, «La timidezza ti può fregare, poi non riesci ad essere efficace ».

Uno dei punti cardine del lavoro? «Nel doppiaggio una delle cose fondamentali è far capire tutto perché non sempre il pubblico in sala o a casa è attento, quindi bisogna essere particolarmente chiari » spiega Ward aggiungendo che «Per fare questo lavoro bisogna essere atleti, le scene più difficili sono le liti, si corre il rischio di andar in iperventilazione, quindi bisogna essere allenati e in forma ». Il carattere personale a volte è parte integrante del processo di doppiaggio, perché la voce stessa può rispecchiare una maggiore simpatia o antipatia, può “incollarsi” al viso del personaggio o meno. Starno vedere sui monitor il volto scanzonato e irriverente di John Travolta in Pulp Fiction con la voce di un ragazzo di vent’anni, sensazione straniante anche per loro del resto.
L’assistente di Ward, Francesco Silella, prepara il materiale per queste masterclass, riadatta i dialoghi, trova le scene adeguate. I testi sono pieni di simboli e lettere puntate: Â«È la nomenclatura del copione » spiega, «Un linguaggio rigoroso, estremamente preciso ».

Spesso del cinema si conosce la parte più evidente, tutti sanno cosa fa un attore o un regista, senza considerare le numerose professioni nascoste, che lavorano dietro le quinte, come il doppiaggio in cui Luca Ward è sicuramente un maestro da cui imparare.

Rudy Ciligot

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Foto di Paolo Amodeo