L’ALTRA FACCIA DI DAVID BOWIE (QUELLA CINEMATOGRAFICA)

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David Bowie ci ha lasciati: aveva 69 anni. Mito, icona, ribelle, intellettuale: ecco il ritratto di un artista eclettico che ha cambiato per sempre il nostro immaginario, anche al cinema

DI ANDREA MORANDI

Dennis Hopper e David Bowie/Andy Warhol in "Basquiat"
Dennis Hopper e David Bowie/Andy Warhol in “Basquiat”

Non poteva che andarsene così, con l’ennesimo coup de théâtre, ultimo atto di un artista che da sempre ha usato l’imprevedibilità come risorsa artistica. Mito, leggenda, icona, ribelle, intellettuale, David Bowie è quasi impossibile da confinare in un solo ambito o in un genere, troppo eclettico, folle, geniale per stare dentro un recinto. Dal primo trio fondato nel 1962 all’ultimo album appena uscito, Blackstar, in cinquant’anni Bowie ha letteralmente cambiato faccia alla cultura pop, innestando mode, suoni, look, parole. Non solo musica però, ma anche tanto cinema, scelto sempre con grande attenzione fin dall’inizio: era il 1976 quando per L’uomo che cadde sulla Terra – tratto dal libro di Walter Tevis – Nicolas Roeg volle proprio lui, suggestionato e affascinato dall’ascesa (e caduta) del suo Ziggy Stardust.

David Bowie in "Furyo"
David Bowie in “Furyo”

Magnetico, spaesato, nel film Bowie – un attimo prima di fuggire a Berlino – dimostrò di essere un interprete raffinatissimo al punto che due anni dopo David Hemmings (sì, l’attore di Blow-Up) lo volle per il suo film da regista, Gigolò, affiancandogli (addirittura) Kim Novak e Sydney Rome. Negli anni Ottanta venne scoperto da Hollywood e arrivarono così Miriam si sveglia a mezzanotte, Absolute Beginners e Tutto in una notte (in cui infilava una pistola in bocca al povero Jeff Goldblum), ma al di là di un inutile elenco vanno ricordate anche le sue apparizioni per autori come Oshima (in Furyo, indimenticabile duello con un altro musicista, Sakamoto), Martin Scorsese (che in L’ultima tentazione di Cristo lo trasformò in Ponzio Pilato), David Lynch in Fuoco cammina con me, Julian Schnabel (che in Basquiat gli fece interpretare Andy Warhol) e – chicca assolutamente da riscoprire – Christopher Nolan che nel suo The Prestige lo fece diventare un altro genio irregolare, lo scienziato Nikola Tesla.

David Bowie/Ponzio Pilato in "L'ultima tentazione di Cristo"
David Bowie/Ponzio Pilato in “L’ultima tentazione di Cristo”

Fece anche una deviazione italiana alla fine degli anni Novanta, accettando l’invito di Giovanni Veronesi che lo portò in Garfagnana assieme a Leonardo Pieraccioni e Harvey Keitel in Il mio West. Nonostante l’apparenza di uomo algido – il duca bianco, non a caso – Bowie infatti aveva un profondo e feroce senso dell’ironia, e da rivedere, oltre alle apparizioni nella serie tv Extras con il suo fan numero uno Ricky Gervais (geniale la puntata in cui si mette al piano e compone un pezzo di insulti proprio a Gervais), anche la folgorante entrata in scena di Zoolander di Ben Stiller. Ma nel corso degli anni il cinema è ricorso spesso – e molto, molto volentieri – anche alla musica di Bowie, dal recente The Martian in cui si ascoltava Starman fino a Foxcatcher, American Hustle e I sogni segreti di Walter Mitty in cui Ben Stiller (ancora lui, grande fan) faceva cantare Space Oddity a Kristen Wiig in una scena chiave del film. E poi ecco Bernardo Bertolucci, che per Io e te aveva ripescato addirittura la versione in italiano della stessa Space Oddity (diventata Ragazzo solo, ragazza sola) senza dimenticare – ovviamente – la serie tv Life on Mars, costruita su un suo pezzo, David Fincher (che per Seven volle la sua The Hearts Filthy Lesson) e un altro insospettabile fan come Lars Von Trier che di Bowie usò Life on Mars ne Le onde del destino e poi Young Americans per Dogville. Chiudiamo con un altro regista da sempre fan di Bowie, ovvero Wes Anderson che nel 2004 per il suo bizzarro Le avventure acquatiche di Steve Zissou chiamò addirittura un cantante brasiliano, Seu Jorge, per fargli reinterpretare classici come Ziggy Stardust, Starman e Five Years in portoghese.

https://youtu.be/CVeD-xwJh-k