ROMAFF10, ELLEN PAGE RACCONTA L’AMORE FRA DONNE IN “FREEHELD”

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Alla Festa del Cinema di Roma abbiamo incontrato Ellen Page, che ci ha parlato di Freeheld, dei diritti gay e anche del suo grande, piccolo sogno

FreeheldNon appena entra in sala accenna un sorriso e, sedendosi a tre quarti, ci dà così il suo lineare e dolcissimo profilo. È Ellen Page, arrivata alla Festa del Cinema di Roma per presentare Freeheld, intenso dramma di cui è protagonista, insieme ad una profonda Julianne Moore. La nostra chiacchierata con lei ci ha dato il tempo per capire una cosa fondamentale e assai rara: un attore, prima che essere oggetto di attenzione da parte del pubblico e dell’enorme macchina industriale del cinema, è innanzitutto una persona, con le sue fragilità, le sue peculiarità, i suoi sogni. Infatti, il film – uscirà in sala il 5 novembre – , diretto con bravura da Peter Sollett, basato sull’omonimo cortometraggio vincitore di un Oscar e sceneggiato da Ron Nyswaner (per intenderci, l’autore di Philadelphia), racconta la vicenda vera di Laurel Hester (Juliane Moore) e Stacie Andree (Ellen Page), che condividono amore, gioie e dolore nel New Jersey degli anni ’90, quando verso le coppie di fatto l’ottusità era troppa e la disponibilità poca, anche di fronte alla lotta di Laurel che, sul letto di morte, consumata da un terribile tumore, fa del tutto per far sì che la sua pensione da detective vada proprio all’amata compagna Stacie. In Freeheld, oltre Ellen Page e Juliane Moore, spiccano anche Michael Shannon e Steve Carell, che interpretano rispettivamente un collega di Laurel e un attivista LGBT, entrambi schierati al fianco della coppia. Un film doloroso ma necessario, perché come ci dice Ellen Page: «La decisione della Corte Suprema che ha garantito a tutti gli americani gay di sposarsi è stato un passo storico, però la strada è ancora lunga. Negli anni ’60, magari a Los Angeles, se eri gay venivi picchiato e sbattuto in galera. Oggi le cose sono diverse ma la nostra battaglia per l’uguaglianza non è ancora finita. Il cambiamento deve passare attraverso la parità dei diritti e il film aiuta a capire quale strada intraprendere ».

La fortissima prova attoriale di Ellen Page fa capire allo spettatore anche quanto lei abbia sentito il film: «La cosa più importante per me, con questo film, è aver passato del tempo nei panni di Stacie. Ho capito cosa ha passato insieme a Laurel, la loro lotta, i momenti bellissimi e, purtroppo, i momenti oscuri. Dopo aver visto il documentario relativo, ho detto subito di sì al film. Quanto mi ha coinvolto.. ». Da Juno a Inception, arrivando fino agli X-Men, la carriera di Ellen Page, come ci racconta, è sempre stata coerente con la sua voglia di indossare personaggi credibili e completi: «Forse Freeheld si distacca dalla mia filmografia, però ho sempre scelto le sceneggiature in base alla qualità. Se ci sono emozioni e verità, è il film che fa per me ».

FreeheldColpisce, nella pellicola diretta da Peter Sollett, l’emozionale duetto tra lei e Julianne Moore: «Lavorare con Julianne è qualcosa di speciale: è presente, generosa, disponibile. Ha un cuore enorme e, come me, è stata toccata dalla storia di Laurel ». Una storia di coraggio, caparbietà, compassione, dignità. Ma anche una storia che potrebbe essere quella di tutti, senza nessuna stupida distinzione, così da sconfiggere la gabbia che una certa società ha costruito attorno alle persone gay: «Prima del coming out non mi sentivo libera, non ero me stessa. Poi, le cose sono cambiate, ora sto molto meglio e sono felice di ciò che ho. Le persone come Laurel e Stacie mi permettono di vivere una vita normale, senza paure ». In Freeheld si parla di amore, passione, coraggio. Ma si parla anche dei sogni, di quelli fatti senza la cognizione del tempo, di quelli fatti così, quasi per gioco, fantasticando insieme alla persona che si ama. E, per l’appunto, chiudendo l’incontro, le abbiamo chiesto quale sia il suo sogno nel cassetto, magari dimenticando per un attimo il mondo ”fortunato” del cinema. Ride, ci pensa su, ci guarda negli occhi e risponde: «Qual è il mio sogno? Semplice, quello di Stacie: avere una casa con un giardino, tanto amore e anche un cane da coccolare ».

Damiano Panattoni