SE MARILYN OGGI AVESSE DAVVERO 90 ANNI

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Marilyn Monroe

Bellissima. Eterea. Una leggenda del grande schermo. Ricordiamo così Marilyn Monroe, che il 1 giugno avrebbe compiuto 90 anni. Ma l’immagine che abbiamo nella nostra mente, cristallizzata anche dall’arte di Andy Warhol, è un’illusione, un sogno in cui ci piace rifugiarci. Anche perché Marilyn se n’è andata nel 1962 a soli 36 anni, salutandoci così, eternamente giovane. Oggi in tanti la rimpiangono, ma il pubblico avrebbe davvero voluto vedere l’attrice invecchiare, se già quando era in vita il mondo pareva ossessionato dalla sua avvenenza e pochi hanno avuto riguardo della sua sensibilità e della sua anima fragile?

Norma Jeane Mortenson non era la Monroe ma lo divenne. Furono le agenzie pubblicitarie e i produttori cinematografici a renderla «una sorta di calamita che fa emergere gli istinti primordiali dell’animale maschio», per usare una definizione di Arthur Miller. Il suo modo di camminare, di muoversi, di essere Marilyn fu in buona parte il frutto di una costruzione a tavolino per ottenere una maschera perfetta per il set. Un alter ego cucito su misura che con il tempo però finì per imprigionare Norma.

Nessuno nega che Marilyn abbia scelto consapevolmente di cambiare per diventare una stella del cinema. E nella sua carriera cercò con tutta se stessa di diventare la brava attrice che sognava di essere fin da bambina, al di là del suo status di diva, studiando cinque giorni su sette con Lee Strasberg e la moglie Paula. Ma se il tempo avesse potuto segnarle il volto, cambiarne il sorriso e rendere meno sexy il corpo più desiderato al mondo, cosa sarebbe accaduto? I riflettori si sarebbero spenti? Qualcuno avrebbe iniziato a considerare Marilyn anche al di là della sua bellezza straordinaria?

Non lo sapremo mai. Possiamo solo usare l’immaginazione. Forse oggi la Monroe sarebbe una tenera signora che ricorda qualche aneddoto legato al set di A qualcuno piace caldo oppure potrebbe essere ancora una star indiscussa, magari alla prese con un ruolo drammatico di quelli per cui Darryl Zanuck, capo della 20th Century Fox, la reputò invece inadatta nel 1947 dopo appena una manciata di film e senza ancora sapere di aver reciso il contratto con la futura star più luminosa di Hollywood. Alla fine della Monroe ci resta il mito, il ricordo, ma anche l’amarezza di sapere che il 5 agosto 1962 Norma morì perché Marilyn potesse vivere per sempre.