SPECIALE WINONA RYDER: OUTSIDER PER SCELTA

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Wynona in The Iceman
Wynona in The Iceman

L’uscita in sala di The Iceman, gangster movie del cineasta israeliano Ariel Vromen incentrato sulla vera storia del criminale affiliato alla mafia italo-americana Richard Kuklinski (Michael Shannon) presentato a Venezia nel 2012 e distribuito solo ora nel nostro Paese, vede il ritorno sul grande schermo, nel ruolo di Deborah Pellicotti, l’ignara moglie del killer, di una delle attrici più rappresentative degli anni ’90: Winona Ryder.

Reduce dalla presentazione, durante l’edizione appena conclusasi del Sundance Film Festival, di Experiment, biopic diretto da Michael Almereyada incentrato sugli esperimenti condotti negli anni ’60 dallo psicosociologo Stanley Milgram (Peter Sarsgaard), Winona Ryder ha inoltre confermato le fonti che davano per certo un sequel di Beetlejuice e la sua partecipazione in Show Me a Hero, miniserie prodotta dalla HBO e realizzata dal creatore di The Wire, David Simon, attestando un suo indubbio ritorno sulle scene.

Edward mani di forbice
Edward mani di forbice

L’attrice, dunque, sembra essere uscita dal Purgatorio mediatico nel quale era stata e si era relegata negli ultimi anni, dovuto all’arresto, nel 2001, per aver rubato in un grande magazzino, fatto che ha inevitabilmente avuto ripercussioni sulla sua carriera dividendola nettamente a metà. Anni nei quali Wynona ha sì preso parte a numerose pellicole, ma è rimasta, anche per scelta, sempre un passo indietro, sottraendosi dalla luce dei riflettori che per tutti gli anni ’90 l’hanno vista al centro della scena, tra pellicole più o meno riuscite e una vita privata sempre sulle prime pagine delle riviste di gossip per la sua relazione con il collega Johnny Deep.

Una carriera quasi trentennale la sua, iniziata nel 1986 grazie a Lucas, film diretto da David Seltzer. Nel giro di due anni viene scelta da Tim Burton per il ruolo di Lydia, adolescente attratta dal gotico e capace di percepire la presenza degli spiriti in Beetlejuice grazie al quale il regista la conferma nel cast di un altro suo successo commerciale, Edward mani di forbice. Da qui hanno inizio i dieci anni che la vedono conquistare gli schermi cinematografici americani e che saranno il picco più alto di una carriera contraddistinta da ondate di successo e oblio mediatico.

Giovani, carini e disoccupati
Giovani, carini e disoccupati

Nel 1990 è Charlotte, giovane timorata di Dio con un’ossessione per le vite dei Santi, affiancata da una cotonatissima Cher in Sirene commedia di Richard Benjamin che la catapulta, l’anno successivo, sul sedile di uno dei taxi di Night on Earth, film a episodi di Jim Jarmusch, nel quale interpreta il ruolo del maschiaccio Corky, giovane tassista con la sigaretta sempre in bocca e il sogno di aprire un garage. Dall’opera di un regista indipendente passa alle grandi produzioni di Francis F. Coppola (Dracula di Bram Stoker) e Martin Scorsese (L’età dell’innocenza) fino all’esordio dietro la macchina da presa di Ben Stiller con Giovani, carini e disoccupati, commedia che fotografa l’America della metà degli anni ’90, tra l’ombra dell’AIDS e le insicurezze lavorative e affettive dei suoi protagonisti.

Ragazze interrotte
Ragazze interrotte

Tra adattamenti cinematografici dei classici della letteratura (Piccole donne), film di fantascienza (Alien – la clonazione) e pellicole corali (Celebrity) il 1999 è l’anno di Ragazze interrotte, film che avrebbe dovuto consacrarla definitivamente nell’olimpo di Hollywood ma che la vede oscurare dal successo ottenuto da Angelina Jolie, sua coprotagonista sul set.

Il cigno nero
Il cigno nero

Gli anni 2000, che si aprono con il dramma sentimentale Autumn in New York, ci mostrano Winona Rryder impegnata a riassemblare i cocci delle sua carriera, con ruoli minori in produzioni meno scontate, come dimostrano il personaggio della psicologa inquietante e distaccata in Ingannevole è il cuore più di ogni cosa, seconda regia di Asia Argento, lo sperimentale A Scanner Darkly firmato da Richard Linklater fino ad arrivare al ruolo della ballerina Beth Macintyre rimpiazzata da Natalie Portman ne Il Cigno Nero.

Free WinonaWinona Ryder, con il suo iniziale look androgino, i ruoli cult entrati a far parte della storia del cinema, una duttilità recitativa che l’ha vista a proprio agio tra set mainstream e copioni indipendenti ed una spiccata autoironia (la sarcastica campagna Free Winona) ha avuto la prontezza di farsi outsider volontaria, di tirarsi un passo indietro prima di cadere nell’abisso vorticoso dei meccanismi hollywoodiani, distaccandosi da un sistema che ha fatto e continua a fare “vittime”, come dimostra la caduta inarrestabile di Lindsay Lohan, altra enfant prodige (Radio America, Bobby) che ha interrotto la sua carriera artistica per sostituirla con scandali e gossip. L’attrice del Minnesota è riuscita a riscattarsi per merito di una maturità personale ed artistica che l’ha spinta a scegliere i ruoli stimolata solo dalla voglia di recitare, senza più lasciarsi trasportare, inerme, dalla dorata corrente del successo.

 Manuela Santacatterina