Steno in mostra: da “Un americano a Roma” a “Febbre da cavallo”, tutti i suoi cult raccontati dal figlio Enrico Vanzina

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«Una delle grandi qualità di papà? Non è stato legato solo agli attori della sua generazione ma, andando avanti con gli anni, ha lavorato con tutti i giovani comici del momento. Con lui già anziano lavoravano Montesano, Villaggio, Abatantuono, Pozzetto, Teocoli. È stato sempre ancorato alla comicità del momento». Così Enrico Vanzina ricorda il padre Stefano Vanzina, in arte Steno, il regista di Un americano a Roma, Piccola posta, Un giorno in pretura e, in coppia con Mario Monicelli, di tanti Totò, da Guardie e ladri a Totò e i Re di Roma. I suoi film rimangono fra i classici del cinema italiano, a ricordarci che per lui far ridere era una cosa seria.

Steno nasceva 100 anni fa a Roma, il 19 gennaio 1917, e per festeggiarlo arriva ora la mostra Steno, l’arte di far ridere. C’era una volta l’Italia di Steno. E c’è ancora”, dall’11 aprile al 4 giugno alla Galleria Nazionale D’Arte Moderna e Contemporanea di Roma: ecco qui sopra in un’imperdibile gallery di foto in anteprima.

Attraverso materiale inedito di famiglia, grazie ai figli Enrico e Carlo Vanzina con la collaborazione degli archivi Studio EL Cinecittà, Latitudine, Istituto Luce e Cineteca di Bologna, la mostra ricostruirà la storia professionale e privata del regista dall’infanzia all’ultimo film partendo dal suo eccezionale “Diario futile”, una vera e propria opera pop in cui Steno incollava ritagli di giornale, vignette, appunti e foto dei collaboratori. Perché Steno ebbe una mente creativa e una vita di cinema quasi leggendaria. Ecco gli aneddoti cult

Com’è nato il mito dell’Americano a Roma

Papà aveva girato Un giorno in pretura: in uno degli episodi del film è nato il personaggio dell’ “Americano” di Sordi, che rimane nudo e viene denunciato. Il produttore Carlo Ponti diceva che non si poteva mettere nudo Sordi, che aveva un fisico tanto prestante, invece papà ha insistito: Un americano a Roma nasce da questo successo, sceneggiato da papà, un giovanissimo Scola e Lucio Fulci. Il personaggio dell’Americano forse si deve soprattutto a Fulci che si era ispirato a un capogruppo romano della troupe che faceva finta di essere americano.

Un americano a Roma
I primi ricordi sul set con papà Steno

Uno dei primi ricordi sul set con papà è quello di Guardie e ladri: avevo 2 anni e andai a trovare papà che girava all’Acqua Acetosa, che allora erano dei terreni abbandonati vicino al fiume, la famosa scena dell’inseguimento tra Aldo Fabrizi e Totò. Ho una fotografia in braccio a Fabrizi che mi faceva molta paura perché era grosso, con i baffi e vestito da guardia, e ne un’altra con Totò che mi tiene per mano. Tanti giovani scrittori e registi vengono a presentarmi i loro progetti e a volte si sentono come Bergman anche non hanno ancora fatto nulla; tengo quelle foto dietro di me in ufficio per far capire loro che le cose vengono da lontano.

L’infanzia sul set e quei pasticcini a casa di Totò

La nostra infanzia nei set è stata meravigliosa: il cinema si fa spesso d’estate e siamo andati dappertutto a trovare papà. Per esempio quando faceva i western in Spagna facevamo gli stupidotti con Tognazzi e Vianello. Poi il nostro idolo era Walter Chiari che ci portò a casa del torero Dominguin e ci fece salire in groppa a dei piccoli tori. Nel 1961 papà ha girato sul Lago di Garda I tre moschettieri del mare, un film di pirati, e noi giocavamo sui galeoni con le spade. E ancora: siamo stati sul set del film di guerra Totò e i due colonnelli. Oppure sul set a Sestri Levante di Tempi duri per i vampiri il “vero Dracula” Christopher Lee ci faceva vedere i denti aguzzi. Totò l’abbiamo conosciuto poco ma ogni tanto ci invitava a casa sua a mangiare i pasticcini. Ci metteva un po’ paura perché vedevamo un signore un po’ anziano molto serio con gli occhiali. Con Alberto Sordi invece era morir dal ridere, abbiamo fatto le vacanze con lui tante volte.

Carlo Vanzina e la scoperta di Brigitte Bardot

Mio fratello è diventato un regista popolare scoprendo grandi bellezze femminili. Capimmo che aveva un grande occhio già quando aveva 3 anni. Papà girava a Roma Mio figlio Nerone con Sordi, De Sica, Brigitte Bardot nel ruolo di Poppea e Gloria Swanson in quello di Agrippina. Abbiamo trascorso la sera di Natale a casa della Swanson sui Fori Romani e lei ci ha regalato delle daghe da antichi romani. Così mia madre disse a mio fratello: “Carlo, vai a ringraziarla”, e Carlo guardò mamma e le disse “Voglio la Bardot”.

Febbre da cavallo e il leggendario Mandrake: la nascita di un cult

Giocavo ai cavalli da quando avevo 17 anni, e quindi papà mi mise a scrivere Febbre da cavallo insieme anche ad Alfredo Giannetti. Papà ebbe l’idea di chiamarlo Febbre da cavallo e non Tris, come doveva chiamarsi originariamente: un titolo fantastico, quando l’ha detto ci siamo abbracciati. La sua lezione fu questa: per Febbre da cavallo dobbiamo fare un film come negli anni ’50 in cui i caratteristi sono molto importanti, come dimostrano i personaggi di Mario Carotenuto e Adolfo Celi. Perché i protagonisti diventano forti se sono forti i caratteristi. E infatti Mandrake rimase un personaggio importantissimo per Gigi Proietti.

Febbre da cavallo
Steno, non solo commedia

Papà sapeva fare tutto, ma è stato prigioniero del comico. Per esempio Doppio delitto con Mastroianni o La polizia ringrazia: andava fiero di aver iniziato il genere dei poliziotteschi italiani. Il produttore Picchio Infascelli disse a papà: “Se lo firmi come Steno sembrerà un film comico”. Così lo firmò come Stefano Vanzina. E il recensore di un giornale siciliano che non lo riconobbe scrisse: “Ottimo il primo film di Stefano Vanzina”!

Piedone e Bud Spencer, una grande invenzione

Piedone è stata una grandissima invenzione di papà, lo sceneggiatore Lucio De Caro e soprattutto di Goffredo Lombardo. Loro hanno sdoganato Bud Spencer dal western inventando un film d’avventura molto moderno, con un commissario simpatico ma anche azione, divertimento e una grande produzione. Piedone insieme a Trinità è stata la serie di film più venduta nel mondo. Piedone a Hong Kong aveva addirittura coproduttori cinesi.

(La mostra, a cura di Marco Dionisi e Nevio De Pascalis, è prodotta da Show Eventi, in collaborazione con CityFest – il programma di eventi annuali della Fondazione Cinema per Roma presieduta da Piera Detassis. Ciak è media partner dell’esposizione)

 

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