50 km all’ora, Fabio De Luigi: «il mio film più maturo con una linea di tenerezza maschile»

Dal 4 gennaio al cinema con Eagle Pictures

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Stefano Accorsi e Fabio De Luigi

In un tempo in cui si guarda con favore e interesse alle storie che parlano di donne, Fabio De Luigi torna al cinema con un road movie tutto al maschile divertente, ma garbato nei sentimenti, che vede protagonisti due fratelli in un viaggio unico. 50 km all’ora, al cinema dal 4 gennaio con Eagle Pictures, vede protagonista anche Stefano Accorsi e lui e De Luigi formano una coppia cinematografica del tutto nuova e convincente.

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Il terzo film alla regia di De Luigi è scritto da lui insieme a Giovanni Bognetti e ispirato al tedesco 25 km/h di Markus Goller, ma la storia in 50 Km all’ora è tutta calata nel particolarissimo paesaggio, naturale e umano, dell’Emilia – Romagna, dove i due fratelli vanno incontro ad esperienze inaspettate, ma in fondo desiderate da tuta una vita.

“Definirei 50 Km all’ora un viaggio di formazione fuori tempo massimo, ma in realtà si è sempre in evoluzione anche come individui e questa è la storia di un tentativo di riavvolgere, recuperare il tempo perso. I luoghi e le musiche sono tutti scelti per restituire un’idea di spazio congelato, all’interno del quale quasi si possono immaginare i due protagonisti quando erano sedicenni”, spiega De Luigi.

50  km all’ora, trama

Rocco (De Luigi) e Guido (Accorsi) sono due fratelli che si ritrovano dopo trent’anni al funerale del padre. Tra rancori passati e un affetto sopito, per assecondare le sue ultime volontà, i due affrontano un viaggio in cui dovranno riuscire a portare le ceneri del genitore scomparso sulla tomba della moglie a bordo di due motorini decisamente molto vintage.

Fabio De Luigi

Con il suo consueto garbo, che lo stesso Accorsi ama definire “grazia”, Fabio De Luigi spiega di non aver voluto intenzionalmente fare un film maschile, ma la storia rivela in modo quasi naturale e spontaneo quella “linea di tenerezza” che c’è nei rapporti di questo genere, fatta al tempo stesso di complicità e competizione. “Io non nasco regista e ad ogni mio film cerco di fare come ho fatto finora: faccio sedimentare le esperienze precedenti per migliorarmi. Credo che 50 km all’ora sia un film più maturo in cui ho potuto correggere alcune ingenuità dei precedenti lavori”.

La storia incentrata sul rapporto tra due fratelli, bruscamente interrotto da passate vicissitudini familiari, fa pensare ad esperienze assai comuni nella vita e De Luigi svela qualcosa di molto personale della sua. “Se faccio questo lavoro – dice l’attore e regista – lo devo anche a mio fratello. Nonostante la differenza di età (lui è più grande di me di dieci anni), ci divertivamo molto a realizzare piccoli sketch comici che riprendevamo con una telecamera. È Danilo che ha fomentato la mia passione comica”.

Stefano Accorsi

Prima di 50 km all’ora De Luigi e Accorsi non avevano mai lavorato insieme, ma questo film è stata la riuscita occasione per far nascere una nuova coppia sulle scene che potrebbe proseguire anche in futuro, dato il gusto con cui i due ricordano diversi episodi della fase di riprese. “Fabio e io ci conoscevamo poco, ma ho sempre amato molto la sua grazia. Anche quando dice le cose peggiori o esprime i pensieri più ostili, lo fa con una grazia e un humor accattivanti e simpatici. Avevo voglia di lavorare con lui, mi sono molto emozionato nel fare questo film e ne sono felicissimo”.

È un film sulla sensibilità maschile, ma non era voluto, non è un film a tesi – continua Accorsi – 50 km all’ora racconta la fratellanza tra due uomini, ma uno dei personaggi cardine è la grande assente dalla storia, la madre”. Nato in Emilia – Romagna come De Luigi, anche Accorsi sottolinea: “Il film è tutto girato nella nostra terra, che è sempre molto sorprendente, nella dimensione di un viaggio che arricchisce, ma che diverte anche molto”.