American History X stasera in tv, 5 curiosità sul cult con Edward Norton

Dalle liti con il regista, al taglio di stipendio di Norton: scopriamo tutti i retroscena di American History X

0

L’odio razziale del neo-nazismo, la violenza disumana, ma anche la redenzione e gli affetti famigliari. Difficile rimanere impassibili di fronte alla potenzia emotiva di American History X, grandissimo cult di fine anni ’90 che ci ha regalato, forse, la miglior prova attoriale di Edward Norton, accompagnato da un grandissimo Edward Furlong.

Per chi ancora non lo avesse fatto, l’occasione per recuperarlo arriva questa stasera, alle 21 sul canale IRIS, ragion per la quale abbiamo deciso di raggruppare 5 delle curiosità più interessanti legate alla pellicola. Prima, un piccolo ripasso di trama.

Trama

Gonfio di rabbia e violenza, Derek Vinyard (Edward Norton), leader di un gruppo di naziskin americani, gli Skin88, viene mandato in galera a seguito di un omicidio. Un calvario da cui esce cambiato, guarito e redento. Ora lo aspetta il compito più difficile, salvare dal suo stesso destino il fratello minore Danny (Edward Furlong), cresciuto nel suo mito e con il desiderio di emularlo. Ma in certi quartieri, in certe città, la salvezza è impossibile.

Le 5 curiosità sul film

Tratto da una storia vera

David McKenna scrisse la sceneggiatura di American History X basandosi sui suoi ricordi d’infanzia e dell’adolescenza a San Diego. La storia del protagonista, Derek Vinyard, è ispirata alla vita del vero dell’ex suprematista bianco skinhead Frank Meeink.

Frank Meeink da giovane

Nato nel 1975 e cresciuto a Philadelphia in una famiglia con grandi problemi di alcol e droga, Frank si avvicinò al movimento neo-nazista in seguito ad un’adolescenza passata senza punti di riferimento, tra abusi e maltrattamenti. Comincia a sentirsi parte di un gruppo quando entra in contatto con il cameratismo offertogli dall’estrema destra degli skinhead locali. Qui Meeink sposa la follia, le teorie deliranti del suprematismo bianco, dell’inferiorità dei neri, degli ebrei. Fa, in un certo senso, carriera all’interno del suo branco, ottenendo sempre più consensi, tanto da ottenere il rispetto di alcuni elementi del Ku Klux Klan. Le cose cambiano in seguito al suo arresto che lo costringe e trascorrere del tempo in carcere: Meeink comincia a capire di avere scelto la parte sbagliata e che anche con le persone che hanno un colore diverso di pelle si può invece parlare, giocare a football, condividere, ricevere aiuto.

Al termine dei 3 anni Frank esce dal carcere e intraprende una nuova vita iniziando a collaborare con la squadra di Hockey locale, la “Philadelphia Flyers”, fondando anche l’organizzazione “Harmony Through Hockey”, che si occupa di dare a tutti i giovani la possibilità di fare sport e di divertirsi in modo creativo, per evitare di finire sulla strada e di commettere crimini. Nel 2010 è uscito il suo libro: “Nero. Autobiografia di un neonazista guarito”.

Frank Meeink oggi

L’INGAGGIO DI EDWARD NORTON, LA CONTROVERSIA CON IL REGISTA E LE ALTRE CURIOSITà SUL FILM >>>