Attacco al potere, Gerard Butler rivendica 10 milioni e fa causa alla casa di produzione

Gerard Butler segue Scarlett Johansson. Tempesta in arrivo?

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La causa intentata qualche giorno fa da Scarlett Johansson contro la Disney per le royalties di Black Widow ha scosso fortemente gli equilibri e i rapporti con le case di produzione, con il rischio di aver provocato un vero e proprio effetto domino.

Il primo a cogliere la palla al balzo è stato Gerard Butler: l’attore scozzese e il suo team di legali hanno intentato ieri una causa alla Corte Superiore di Los Angeles reclamando circa 10 milioni di dollari di compenso arretrato per Attacco al potereOlympus Has Fallen, il film d’azione che dal 2013 lo ha visto protagonista avviando una saga di successo, composta da altri due sequel e un terzo in arrivo.

La causa di Gerard Butler

Nello specifico Butler ha fatto causa alla Nu Image, Millennium Media e Padre Nuestro Productions, sostenendo che sui 170 milioni di dollari riportati come incasso globale il produttore avrebbe sottratto agli incassi nazionali ed esteri decine di milioni di dollari, tra cui 8 milioni di dollari andati ai suoi stessi dirigenti. Nella causa è stata presa anche in riferimento una battaglia in corso tra gli produttori e la Directors Guild of America per quanto riguarda i pagamenti delle pensioni. Secondo l’accusa, produttori del film hanno escogitato uno “schema preciso e premeditato” per nascondere i profitti netti nel tentativo di rinunciare al pagamento di royalties aggiuntive a Butler.

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Parlando di numeri: il contratto di Butler gli dava diritto al 10% dei profitti netti, più il 6% degli incassi lordi nazionali superiori ai 70 milioni di dollari e il 12% degli incassi esteri superiori ai 35 milioni di dollari. La sua società di produzione aveva anche diritto al 5% dei profitti netti e Butler doveva ricevere dei bonus per aver raggiunto le soglie del box office.

La causa sostiene che Butler abbia ricevuto dichiarazioni contabili irregolari dal produttore; dopo aver assunto un revisore, l’attore scoperto che gli incassi nazionali erano sottostimati di 17,5 milioni di dollari, così come gli incassi dei produttori di 12 milioni di dollari, compresi gli 8 milioni di dollari andati ai dirigenti.

Il caso Johansonn ha scatenato una reazione catena?

La mossa di Butler, come dicevamo in apertura, arriva un giorno dopo la chiacchieratissima causa di Scarlett Johansson contro la Walt Disney Co. sulla violazione del suo contratto, che non prevedeva un’uscita del film in streaming, ma esclusivamente al cinema. Così facendo, sostiene la Johansonn, i suoi personali profitti ricavati dal bonus del botteghino sono stati fortemente depotenziati. “Questa causa è particolarmente triste e angosciante nel suo insensibile disinteresse per gli orribili e prolungati effetti globali della pandemia Covid-19” – ha commentato in risposta la casa di Topolino, aggiungendo che la “Disney ha rispettato pienamente il contratto della Johansson e che l’uscita di Black Widow su Disney+ con Premier Access ha aumentato significativamente la sua capacità di guadagnare un ulteriore compenso oltre ai 20 milioni di dollari che ha ricevuto fino ad oggi”.

Insomma, l’aria che tira non è delle migliori e con molta probabilità i casi della Johansonn e di Butler non saranno gli unici. Già ieri, ad esempio, ha cominciato a circolare la notizia che anche Emma Stone e il suo team stavano realmente rimuginando su accordi simili per quanto riguarda l’uscita day-and-date di Crudelia nei cinema e su Disney+. Vedremo cosa succederà.