Cannes 2023, Nanni Moretti tra entusiasmo e piacevoli ricordi

Il regista presenta in concorso al Festival di Cannes Il sol dell’avvenire

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Nanni Moretti e Margherita Buy

È un Moretti tranquillo, emozionato e un po’ nostalgico quello giunto a Cannes 2023 per presentare il suo film in concorso al Festival, Il sol dell’avvenire. La pellicola è già in sala dal 20 aprile con 01 Distribution e in Italia ha riscosso consensi e successo, raggiungendo quasi la soglia dei 4milioni di euro di incassi complessivi. Mentre si guarda con ottimismo verso un’accoglienza estera, il regista e sceneggiatore Nanni Moretti con le due interpreti, Barbara Bobulova e Margherita Buy tornano ad incontrare la stampa.

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È la nona volta che Nanni Moretti partecipa al Festival di Cannes e la sua presenza sulla Croisette è costellata di premi, ben 5 dal 1978 a oggi. L’amore della Francia per i suoi film è ben noto e Moretti, nonostante la delusione del 2021 per Tre piani, è perfettamente a suo agio alla Kermesse e ricorda volentieri le passate esperienze.

Con piacere torna alla sua prima volta a Cannes con Ecce Bombo, quando il Festival non era ancore così glamour e ci si poteva permettere anche di girare con abiti di seconda mano: “Nel ‘78 avevo una giacca gialla a quadretti comprata al mercato dell’usato. Non c’era tappeto rosso e la proiezione era sul lungomare. Non c’era nessuna etichetta per l’abbigliamento. La proiezione era all’ora di pranzo e io ero qui con qualche attore del film e amici, nella totale inconsapevolezza. Era l’anno in cui Olmi vinse con L’albero degli zoccoli. Tutto era diversissimo da come è diventato dopo, non avevo consapevolezza di dove fossi e di quanto fosse importante partecipare al Festival di Cannes”.

Sedici anni dopo tutto era cambiato. Moretti torna a Cannes con Caro diario, film a cui Il sol dell’avvenire sembra per certi versi fare eco e con cui all’epoca vinse il premio per la miglior regia: “Da Caro diario in poi le cose erano del tutto cambiate. C’era Clint Eastwood in giuria. Anni dopo leggendo una sua intervista, mi ha fatto impressione che lui si ricordasse ancora della mia vespetta. Non credo che il mio film fosse vicino a quello che lui faceva, ma a distanza di decenni se ne è ricordato. Fu la prima volta in cui sono stato premiato a Cannes”. E a proposito delle somiglianze tra Il sol dell’avvenire e Caro diario, Moretti commenta: “Senz’altro è stato il primo film in cui interpreto me stesso, perché mi sembrava assurdo nascondermi dietro un personaggio di finzione, soprattutto per la malattia e la vespa. Sono due film in cui c’è molto della mia persona”.

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Poi nel 2001 è arrivata la Palma d’oro per La stanza del figlio, il primo film la cui sceneggiatura non è stata scritta da lui soltanto, ma il regista sembra guardare con una sorta di tenera soddisfazione a quegli anni in cui con spirito pionieristico si era gettato nei suoi primi progetti senza avere quasi nulla in mano. La stessa soddisfazione con cui tiene a menzionare sempre la sua rassegna dedicata ai cineasti emergenti, “Bimbi belli”.

E dopo aver parlato con entusiasmo anche della sua divertente esperienza in giuria al fianco di un Tim Burtonsempre sorridente, tranne il giorno in cui abbiamo dovuto scegliere i vincitori”, Moretti conferma quello che racconta ne Il sol dell’avvenire: “Nel sol dell’avvenire parlo del desiderio di fare un film su una coppia che si ama da 50 anni, che sia anche un film sulla vita di un Paese. Prima o poi lo farò”.

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