Caracas, Marco D’Amore e Toni Servillo: «la domanda è se sia un sogno o realtà»

Dal 29 febbraio al cinema con Vision Distribution

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Toni Servillo, Marco D'Amore, Lina Camelia Lumbroso

Un sogno o forse una realtà che sarebbe stato meglio fosse un incubo, Caracas di Marco D’Amore è un film sospeso tra romanzo, storia d’amore, islam e neofascismo in un una Napoli dai mille volti sempre vecchia eppure rinnovata dalle diverse culture. In Caracas Toni Servillo è uno scrittore noto, ma ormai disorientato, alle prese con due personaggi sbandati e vitali interpretati da D’Amore e dall’attrice franco-magrebina Lina Camélia Lumbroso. Al cinema dal 29 febbraio con Vision Distribution.

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Caracas, la trama

Giordano Fonte (Toni Servillo) è uno scrittore napoletano che si aggira in una Napoli che inghiotte e terrorizza ma allo stesso tempo affascina, una città che non riconosce più dopo esservi tornato dopo molti anni. Ma non è solo. Con lui c’è Caracas (Marco D’Amore), un uomo che milita nell’estrema destra e che sta per convertirsi all’islam, alla ricerca di una verità sull’esistenza che non sa trovare.

Giordano canta l’amore impossibile tra Caracas e Yasmina (Lina Camélia Lumbroso) attraversando una città dove tutti sperano di non perdersi, di salvarsi. Tutti, anche Caracas e Giordano, sognano di poter aprire gli occhi dopo un incubo e scorgere, dopo il buio della notte, una giornata piena di luce.

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Dal romanzo di Ermanno Rea

Caracas è tratto dal romanzo di Ermanno Rea, “Napoli ferrovia” (2007), riadattato dallo sceneggiatore Francesco Ghiaccio. Al centro della storia c’è l’incontro tra lo scrittore e il personaggio che lo accompagna a perdersi in una città amata, ma ormai sconosciuta e incomprensibile, per ritrovare se stesso.  “Il compito – dice Ghiaccio – era perdersi insieme a Rea in questa storia e tenerne vivo lo spirito”.

Toni Servillo e Marco D’Amore

Marco D’Amore, che ha iniziato la sua carriera proprio nella compagnia teatrale fondata da Servillo e Martone, Teatri Uniti, si trova a dirigere l’attore che commenta con piacere: “È emozionante questa circostanza in cui i ruoli si sono invertiti. Da giovane Marco era nella mia compagnia e ora mi trovo a essere diretto da lui, è qualcosa che si può spiegare solo attraverso i sentimenti”.

Questo film ha un linguaggio complesso sugli argomenti complessi propri della generazione di Marco – prosegue Servillo Mi ha fatto piacere fare questo film accanto a lui per questa ragione”. Sul romanzo di Ermanno Rea l’attore aggiunge: “Lo conoscevo e lo amo. Lo scrittore del film si definisce ‘una vecchia cariatide comunista’. Quando decide di tornare nella sua città, si trova nel pieno di una crisi esistenziale e professionale e in uno stato di smarrimento perché pensa di non avere più gli strumenti per raccontare la realtà. Incontra questo personaggio, che si fa chiamare Caracas, e nasce questa amicizia che più assurda non potrebbe essere in cui uno scrittore che si è sempre dedicato a cose vere si trasforma in una macchina dei sogni”.

Servillo, che parla di una Napoli smarrita, straniante, raccontata qui con “impudicizia”, pone una delle questioni centrali del film: “La domanda è se Giordano Fonte abbia davvero incontrato Caracas o se questi sia un demone, un personaggio da lui creato per il romanzo che non riesce a scrivere”.

In Caracas ci sono poi anche i temi dell’amore, dell’islam e dell’estremismo della destra neofascista e Marco D’amore spiega: “Caracas racconta la necessità spasmodica di un essere umano di trovare un posto nel mondo che gli corrisponda. Racconta di personaggi che precipitano con il rischio di rompersi l’osso del collo, ma anche di quell’adrenalina che ti dà lo stare vicino alla morte e aprire il paracadute all’ultimo istante rischiando di sfracellarsi al suolo. È questo lo spirito con cui abbiamo affrontato questo film”.

Guarda qui la video intervista a Toni Servillo, Marco D’Amore e Lina Camélia Lumbroso per Caracas