Dune – Parte 2, come Austin Butler è diventato Feyd-Rautha

Coltelli, pantere e serpenti, ma anche Gary Oldman e Heath Ledger. Scopriamo le fonti d'ispirazione avute da Butler per il suo inquietante villain

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Austin Butler

C’è un personaggio, in Dune – Parte 2, che ha rubato l’attenzione di tutti: il Feyd-Rautha di Austin Butler. Lo spietato principe assassino, il guerriero più temibile del malvagio clan degli Harkonnen (che i fan di Dune ricorderanno con i tratti di Sting nel film dell’84 di David Lynch) è protagonista di alcune delle scene più inquietanti (e belle) della pellicola ed è in gran parte merito del suo interprete, che già tanto avevamo apprezzato nei panni di Elvis Presley nel biopic Elvis (BAFTA al migliore attore protagonista e Golden Globe per il miglior attore in un film drammatico).

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Con grande personalità, aiutato anche da un trucco spettacolarmente incisivo, Butler è riuscito a rendere iconico un personaggio sul quale si poteva facilmente scivolare nella parodia, cosa che ha sapientemente evitato offrendo uno dei migliori villain della stagione. Denis Villeneuve ci aveva avvisato dicendo che in Feyd-Rautha avremmo ravvisato un «forte sex appeal» e non sbagliava. Ma come si è preparato Austin Butler? Lo ha rivelato lui in diverse interviste, svelando anche quali sono state le sue fonti d’ispirazione.

Butler racconta di aver iniziato subito un intenso regime di esercizio fisico con un ex Navy SEAL per incrementare ulteriormente la sua forma già tonica. «Ti fa cambiare modo di camminare e di percepirti nel corpo», ha detto l’attore 32enne. «E poi ho iniziato ad allenarmi un sacco con i coltelli. Come se non bastasse, ho osservato gli animali: ho studiato pantere e serpenti, e ho visto come usano gli occhi e l’immobilità per colpire nei momenti più imprevedibili. Per me è stato fondamentale».

Meno fondamentale, ma comunque rilevante, è stato avere dei modelli di riferimento. Sempre Butler racconta: «Non ho preso ispirazioni dirette sui dettagli, ma in generale sono sempre stato ispirato da Gary Oldman in tanti suoi ruoli. Da True Romance (Una vita al massimo ndr) a Il quinto elemento. E poi Heath Ledger e il suo senso del ‘gioco’. Sono state per me ispirazioni generali». Austin Butler 

Eppure la sua ispirazione più grande ce l’ha avuta semplicemente sotto gli occhi: Stellan Skarsgård, che in Dune interpreta suo zio, il barone Harkonnen, il sadico capo del cartello interstellare di cui Feyd-Rautha è al servizio. «In questo caso specifico mi sono ispirato a Stellan. Per Feyd è una figura paterna e ho cercato per osmosi di prendere cose da lui». Tra queste, la voce: «Ho pensato che, durante la crescita e la formazione di Feyd, il Barone era sempre stato la persona più potente. È inevitabile finire per assumere i tratti delle persone con cui cresciamo». E aggiunge: «Alla fine la voce diventa l’impronta digitale dell’anima. Cambia il modo in cui si respira, e anche i ritmi con cui si pensa sono diversi. Così ha finito per diventare una mia vera cifra stilistica».

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Durante un’altra intervista, Butler ha rivelato anche di aver improvvisato l’inquietante bacio che Feyd-Rautha dà al Barone Harkonnen, gesto che non era stato inserito nella sceneggiatura. «Il bacio con Stellan Skarsgård? O si, l’ho improvvisato lì per lì. So che Stellan è pronto a tutto, perché è un attore meraviglioso. In questo lavoro la sua performance è sempre subordinata all’influenza della persona che sta recitando insieme a te in quel momento, e sapevo che Stellan avrebbe apprezzato questo tipo di improvvisazioni».