È morto Andrea Purgatori

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Andrea Purgatori

Andrea Purgatori è morto questa mattina a Roma, dopo una breve malattia che non gli ha lasciato scampo. La notizia del decesso è stata data all’agenzia ANSA dalla famiglia e dallo studio legale Cau che lo rappresentava.

Giornalista, sceneggiatora autore televisivo e negli ultimi anni anche attore, interpretazioni accompagnate spesso dalla grande ironia con cui affrontava la vita.

Aveva settant’anni, compiuti lo scorso 1° febbraio, venticinque passati dentro la redazione del Corriere della Sera, sui cui fogli ha raccontato molto della storia d’Italia, dal terrorismo e il rapimento alla strage di Ustica, pagina oscura e ancora irrisolta per cui avrebbe poi collaborato anche alla sceneggiatura di Il muro di gomma, il film di Marco Risi con protagonista il compianto Corso Salani e che gli valse anche un Nastro d’Argento.

Da inviato non si fece mancare niente, dal Libano all’Iraq, passando per il nord-Africa, esperienze raccontate nei sui libri e nei servizi per varie trasmissioni RAI.

Al lavoro giornalistico aveva affiancato molto presto quello di autore, anche prolifico, per il cinema e la televisione, partendo addirittura dal genere, tra horror, action e commedia, per poi abbracciare il cinema civile, con Risi appunto, con cui avrebbe collaborato anche per Nel continente nero, un omaggio alla grande commedia all’italiana degli anni Sessanta, e soprattutto per Fortapasc, storia del giornalista napoletano ucciso dalla camorra Giancarlo Siani, interpretazione magistrale di Libero De Rienzo, tra l’altro.

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Altri film a cui ha collaborato con la sua scrittura sono stati Il giudice ragazzino, diretto da Alessandro Di Robilant sulla vita del giudice Livatino, ucciso dalla mafia, film che gli fruttò il Globo d’oro per la migliore sceneggiatura, Segreto di Stato di Giuseppe Ferrara, e Il fantasma di Corleone di Marco Amenta, film sulla latitanza del boss Bernardo Provenzano.

Anche come autore televisivo è stato assai prolifico, anche dividendosi tra il racconto delle storie più drammatiche della storia italiana e una narrazione più leggera, quando addirittura non dissacrante. Da ricordare la fiction La leggenda del bandito e del campione, la storia dell’amicizia tra Sante Pollastri e Costante Girardengo, già cantata da Francesco De Gregori in una delle sue più belle canzoni, e poi le collaborazioni con Corrado Guzzanti per Fascisti su Marte, Il caso Scafroglia e Aniene, i primi due dei prodotti più innovativi messi in onda dal servizio pubblico nella sua storia recente.

Al cinema aveva fatto spesso incursioni come attore, soprattutto per Alessandro Aronadio, per cui è apparso in ognuno dei suoi quattro film da regista, Due vite per caso, Orecchie, Io c’è ed Era ora.

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Abbiamo chiesto ad Alessandro Aronadio un ricordo di Andrea Purgatori:

“Andrea era un compagno di chiacchiere e carbonare (rigorosamente a cena, devastanti per la digestione), un juke box di storie straordinarie, l’uomo autorevole con cui potevo parlare di arte contemporanea fino a quando ci cacciavano fuori dai ristoranti. Ed era anche il mio attore feticcio, visto che si divertiva a regalarmi una posa ad ogni mio film, e sempre in ruoli estremi. Arrivava sul set, con la sua voce e il suo sigaro faceva innamorare chiunque sul set, dal reparto sartoria all’attrice protagonista, e poi andava via, fiero di essersi prestato alla mia ennesima cazzata, come un compagno di bischerate. In uno dei suoi ultimi messaggi (e, cazzo, non sai mai che sono gli ultimi) mi diceva: adesso mi sono guadagnato tre pose.

Arrivederci, amico mio”

Ultimamente aveva interpretato sé stesso in un cameo in The Bad Guy, la serie con Luigi Lo Cascio diretta da Giuseppe Stasi e Giancarlo Fontana.

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Anche i due registi hanno voluto lasciarci un ricordo di Purgatori.

“Con Andrea Purgatori si attenua ancora di più la fiamma della curiosità, si chiude per sempre uno dei pochi varchi d’accesso alla verità che ci sono rimasti.
Andrea era un amico, una fonte inesauribile, oltre che di conoscenza, di grande ironia.
È un giorno doloroso, buio.
E, per noi, addentrarsi in questa Storia così perennemente labirintica e mutevole, diventerà sempre più faticoso e accidentato.”

Tra i suoi ultimi lavori c’è stata la partecipazione alla serie documentario Vatican Girl, sul caso di Emanuela Orlandi.

Con Andrea Purgatori se ne va una delle voci più lucide e libere della cultura italiana e un pezzo di memoria storica importante, che resta per fortuna impressa nei suoi articoli, nei suoi libri e nelle sue sceneggiature.