Ciak Bizarro! Kong: Skull Island

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Appena uscito in sala Kong: Skull Island (Jordan Vogt-Roberts, 2017) si è subito piazzato in vetta al box office, presentando il noto scimmione gigante impegnato in una battaglia personale contro i superpredatori dell’isola. Il film fa parte di una serie (un media franchise di nome “MonsterVerse”) che la Legendary Pictures intende realizzare, mettendo in scena, come accadeva anni or sono, sfide tra mostri: nel 2020 è infatti previsto lo scontro titanico per eccellenza, ovvero Godzilla vs. Kong.

Lo specialista dei “kaiju ega” (“film di mostri giganti”), Ishiro Honda, nel lontano 1962 aveva già diretto Il trionfo di King Kong (King Kong versus Godzilla) in cui, sulla misteriosa isola di Faro, il super-gorilla e il sauro atomico si scontravano tra loro in una lotta all’ultimo sangue. In questa pellicola Kong aumenta di statura (è alto 45 metri), in modo da fargli raggiungere le dimensioni necessarie per affrontare Godzilla, che invece è alto 50 metri. Detto aumento di dimensioni viene altresì giustificato dal fatto che lo scimmione si nutre di bacche contaminate dalle radiazioni, che gli conferiscono anche il potere di manipolare l’elettricità.

Tra le scene “scult” citiamo la lotta di Kong con il polpo gigante Oodako (scena peraltro ripresa e “omaggiata” anche in Kong: Skull Island), quella il cui il quadrumane si ubriaca di bacche e la sequenza in cui prende a sassate Godzilla. Finale epico con lotta subacquea. La battaglia tra il sauro venuto dalla preistoria e la divinità scimmiesca adombrava in realtà la lotta tra America e Giappone e nei due paesi il “the end”  fu oggetto di leggere modifiche, lasciando intuire la vittoria dell’uno o dell’altro “simbolo”.

Il nuovo “Kong” diretto da Vogt-Roberts, pur restando nella dimensione “artistica” del B-movie (sembra un film di Antonio Margheriti girato con un budget esagerato), ha ambizioni diverse che spaziano dal cast di attori bravi e ben noti (John Goodman, Brie Larson, Tom Hiddleston, Samuel L. Jackson, John C. Reilly), all’ambientazione anni Settanta (con “omaggi” espliciti al war-movie di Coppola Apocalypse Now, flash documentaristici e una colonna sonora con canzoni d’epoca frutto di attenta selezione): il divertimento c’è, a patto di non aspettarsi altro che il trionfo degli stereotipi e degli special effects al servizio di una parata di mostri assortiti. E a tal proposito, attendete la “postilla” alla fine dei titoli di coda, per scoprire chi sarà il protagonista del prossimo capitolo…

 Holy Socks, ma Godzilla of course, in lieta compagnia di Rodan, Mothra e King Ghidorah!

Marcello Garofalo

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