Luciano De Crescenzo, il ricordo di Marisa Laurito: «Ecco qual è il suo insegnamento più grande»

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«Luciano era un pezzo della mia famiglia: è stato un amico affettuoso che non mi ha mai abbandonata e lo ringrazio di tutta la cultura, la generosità, la bontà, l’affetto e l’intelligenza». Così l’attrice Marisa Laurito, amica fraterna di Luciano De Crescenzo, ricorda il grande scrittore e regista scomparso il 18 luglio a Napoli.

«Per fortuna non ci siamo innamorati, perché è stato un rapporto profondo e duraturo che sta per toccare 45 anni di i conoscenza. Abbiamo passato tutti i Natali insieme, anche con la famiglia di Renzo Arbore», racconta Laurito. «Luciano era stato baciato dal divino ma la fortuna se l’era cercata, perché è studiava, lavorava molto e ascoltava molto».

Il primo incontro

Il primo incontro tra De Crescenzo e Laurito è avvenuto proprio sul set di un film: «L’ho conosciuto come sceneggiatore di La mazzetta, avevo superato un provino difficilissima con Sergio Corbucci. Lì siamo diventati subito amici. Subito dopo sono diventata popolare in televisione grazie a Renzo Arbore e l’ho invitato molte volte, organizzando anche una serata d’onore per lui in tv. Poi abbiamo lavorato ancora insieme nel suo film Il mistero di Bellavista».

L’ultima collaborazione è stata per la pièce teatrale tratta da Così parlò Bellavista, nata da un’idea di Geppy Gleijeses e della figlia di De Crescenzo, Paola, nella quale Marisa Laurito interpreta la moglie di Bellavista. Lo spettacolo tornerà in tournée il prossimo anno. «E poi insieme a Renzo, alla figlia Paola e al suo editor Enzo d’Elia faremo in modo di mantenere vivo il ricordo di Luciano anche in futuro».

L’insegnamento più grande

Perché l’opera di De Crescenzo ha ancora molto da insegnare: «L’insegnamento più grande che lascia è scritto nel suo libro Il Dubbio, soprattuto oggi che è un’epoca di violenze e di divisione. Ha scritto che esiste il bene e il male. Quelli che appartengono al bene sono gli “uomini d’amore”, e sono quelli che hanno dei dubbi. Mentre bisogna scappare a gambe levate da chi ha certezza e fede, perché la fede, qualunque essa sia, è molto pericolosa».

L’altra importante eredità è la capacità di De Crescenzo di «cercare fra le persone più umili la verità. Molto spesso nei suoi film fa parlare delle persone umili che risolvono i problemi con una saggezza popolare che spesso è definita oleografica, ma in realtà non lo è: è la saggezza del popolo che fortunatamente esiste ancora».