Emanuela Martini: «Così la colonna sonora fa grande il cinema»

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Piera Detassis e Emanuela Martini

La magia delle musiche di Incontri ravvicinati del terzo tipo, la forza dei silenzi in Psycho di Hitchcock: la colonna sonora è un elemento fondamentale nell’arte di fare cinema. L’ha spiegato Emanuela Martini, critico cinematografico e direttore del Torino Film Festival, nella seconda lezione di Dietro le quinte – Il Film dall’idea all’uscita in sala, il ciclo organizzato da OffiCine (un progetto IED- Anteo) e ospitato dall’Auditorium Visibilia, nella sede della redazione di Ciak. L’incontro è stato introdotto dal direttore di Ciak Piera Detassis.

«La musica non deve essere un vuoto sottofondo ma le note devono dare un senso profondo al film», ha detto Martini. «In Lawrence d’Arabia e Il Dottor Zivago, per esempio, la musica esalta i sentimenti dei protagonisti e va oltre i film stessi».

Emanuela Martini

La lezione è stata anche un’occasione per ripercorrere il lavoro e le tecniche dei grandi compositori per il cinema: «Con sole cinque note, John Williams e Steven Spielberg hanno creato un momento di comunicazione unica in Incontri ravvicinati del terzo tipo», ha ricordato Martini. «Bernard Hermann invece ha usato anche il silenzio per creare tensione in una delle scene più celebri della storia del cinema, in Psycho di Alfred Hitchcock».

Il prossimo appuntamento è sabato 10 marzo con Francesco Scianna per la lezione L’Attore: dal provino al set.

(foto di Sergio Lorizio)

Emanuela Martini nella redazione di Ciak