Il Figari Short Film Fest, da sogno a realtà, parla il direttore il direttore artistico Matteo Pianezzi

Al termine del Festival dei cortometraggi di Golfo Aranci, Pianezzi racconta l'evento che da 13 anni coniuga lavoro e divertimento

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Matteo Pianezzi

Il sogno di Matteo Pianezzi, attore, regista, sceneggiatore e produttore, di creare un festival in cui professionisti e pubblico possano vivere il cinema in modo informale, condividendo idee e opere in libertà e con una notevole dose di svago e divertimento, è oramai una realtà da 13 anni. Dal 2011 il Figari International Short Film Fest, che anche quest’anno si è svolto a Golfo Aranci in Sardegna dal 26 giugno al 1° luglio, è l’evento dedicato ai cortometraggi in cui giovani artisti e professionisti affermati possono incontrarsi e confrontarsi senza filtri e aprire lo sguardo del pubblico al sorprendente mondo dei cortometraggi.

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Il Figari International Short Film Fest è lo spazio in cui le esigenze del mercato internazionale dedicato al cinema breve, sempre più in espansione, si sviluppano in un ambiente accogliente ed incredibilmente disinvolto, complice una location spettacolare che ha come sfondo l’incantevole mare della Sardegna. Non a caso Cala Moresca, uno dei luoghi dei Festival, è stato recentemente scelto per girare alcune delle scene del live action Disney La Sirenetta.

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Pitch in riva al mare o persino direttamente in acqua, incontri professionali sotto l’ombrellone che danno vita a nuovi accordi e progetti e tante serate di proiezioni dei cortometraggi in concorso in spiaggia o tra i moli del porto di Golfo Aranci: questo il programma del Figari Short Film Fest, un sogno nato 13 anni fa dalla mente di un gruppo di amici, giovani attori, registi e produttori appena usciti dall’accademia di cinema, di cui Matteo Pianezzi è il direttore artistico.

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Il Figari Short Film Fest è un evento ad immagine e somiglianza di chi lo organizza e lo vive – dice Pianezzi intervistato da CIAKL’idea era di fare il festival dove mi sarebbe piaciuto andare, con una sua unicità, ma anche con una struttura definita al livello professionale”.

Non è stato un progetto sempre facile da realizzare, “per la prima edizione abbiamo trovato il favore e l’aiuto di amici professionisti che ci hanno dato la spinta per iniziare, ma poi, via via che il Festival cresceva, abbiamo avuto bisogno di trovare sempre più fondi. È complicato, ma un evento culturale come questo crea anche occupazione”.

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Ci sono state però anche tantissime soddisfazioni, “la più grande è stata la riconoscibilità – dice il direttore artistico con soddisfazione – Quando andiamo all’estero, ai grandi mercati come quello di Berlino, Cannes o Clermont-Ferrand, ci conoscono nonostante la nostra sia una realtà piccola. Il fatto che il Bogoshorts Festival, il mercato del cortometraggio più importante del Sud America, abbia voluto fare un gemellaggio con noi è stato un traguardo di cui siamo molto orgogliosi”.

Matteo Pianezzi gestisce anche una società di produzione cinematografica da lui fondata, la Diero Film, che recentemente si è aperta anche ai lungometraggi, ma il Figari Short Film Fest rimane saldamente legato all’idea di dare spazio e rilievo esclusivamente ai cortometraggi. “Aprirsi ai lunghi disperderebbe l’attenzione e toglierebbe qualcosa all’anima di questo Festival in cui i cortometraggi trovano uno spazio esclusivo anche al livello internazionale”, dice Pianezzi.

Inoltre, per quanto piccoli, i cortometraggi, secondo il direttore artistico del Festival, potrebbero influire in modo significativo sul mercato dell’audiovisivo. “Ora c’è un momento strano al livello cinematografico. La sala è in difficoltà, le piattaforme sono in espansione, ma potrebbero essere una bolla. Quindi bisogna vedere dove andrà tutta l’industria. Il corto lo ritroviamo anche in tante serie con episodi autoconclusivi e al di fuori dell’Italia è assai comune mandare cortometraggi in televisione”.

Matteo Pianezzi, Figari International Short Film Fest 2023

Rigorosamente scalzo, tanto in spiaggia quanto sul palco del Festival, e sempre portatore di un entusiasmo trascinante, Pianezzi conclude la conversazione divertito: “Noi non aspiriamo a diventare un festival grande, perché vogliamo mantenere questa dimensione intima. Vogliamo che questo luogo diventi la vacanza estiva del cinema italiano, in cui giovani autori, produttori e buyers si incontrano e, spogliati dagli abiti istituzionali, concludono accordi in costume da bagno”.