James Cameron sulla tragedia del Titan: «Colpito dalla somiglianza con il Titanic»

Il regista commenta la tragica implosione del sommergibile trovando similitudini con il disastro del Titanic

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Che James Cameron sia un grande appassionato di immersioni e di fondali marini è cosa nota. Ha trasferito questa passione nei suoi film, ma anche nella sua vita privata, arrivando a possedere una flotta subacquea di sottomarini dal valore di 400 milioni di dollari che molto spesso dirige per effettuare spedizioni in fondo agli Oceani (lui stesso ne ha fatte 33 solo sul sito dov’è affondato il Titanic). Inevitabile, dunque, che la recente tragedia avvenuta con il sommergibile Titan, imploso a causa di una forte perdita di pressione mentre si dirigeva verso il celebre relitto affondato nel 1912, abbia colpito in prima persona il regista canadese, come dimostrano le sue parole rilasciate in un’intervista alla ABC News.

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Cameron ha espresso il suo punto di vista sulla tragedia, soffermandosi sui problemi di sicurezza del Titan: «Sono stato laggiù molte volte e conosco il sito del relitto molto bene. Ho fatto 33 immersioni e ho calcolato di aver trascorso più tempo sulla nave di quanto abbia fatto il capitano ai tempi» ha spiegato Cameron. «Come progettista di sommergibili, capisco i problemi ingegneristici associati alla costruzione di questo tipo di veicoli. […]  Molte persone della nostra comunità erano preoccupate per questo sottomarino. Gli ingegneri che si occupano di immersioni profonde hanno persino scritto delle lettere alla società, dicendo che quello che stavano facendo era troppo sperimentale per trasportare passeggeri e che doveva essere certificato».

Cameron ha poi parlato dei parallelismi tra l’affondamento del Titanic e la scomparsa del sommergibile, progettato specificamente per visitare ciò che resta del relitto britannico. «Mi colpisce la somiglianza con il disastro del Titanic, dove il capitano fu ripetutamente avvertito della presenza di ghiaccio davanti alla sua nave, eppure si lanciò a tutta velocità in una distesa di ghiaccio in una notte senza luna, causando la morte di molte persone. Per noi si tratta di una tragedia molto simile, in cui gli avvertimenti sono rimasti inascoltati. Che si verifichi nello stesso identico luogo, con tutte le immersioni che si stanno svolgendo in tutto il mondo, credo sia semplicemente sorprendente. È davvero surreale».

All’interno del Titan hanno perso la vita 5 persone. Tra le vittime c’erano un miliardario appassionato di imprese impossibili, il pilota di sommergibili chiamato “Mr Titanic”, uno dei più ricchi manager del Pakistan con il figlio 19enne e il ceo e fondatore della OceanGate, la società che alla cifra di 250mila dollari offriva “un’occasione per uscire dalla vita di tutti i giorni e scoprire qualcosa di veramente straordinario”. Insieme a loro anche Paul-Henri Nargeolet, 76 anni, forse uno dei maggiori esperti al mondo di Titanic, nonché amico di James Cameron. «Ci conoscevamo da 25 anni, la comunità è piccola. Che sia morto in questo modo mi è quasi impossibile da elaborare».