La nuova vita di Michael Sheen, attore “Non Profit”

Dalla Homeless World Cup del 2019 tutto è cambiato, completamente.

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Televisione a parte (Good Omens, Prodigal Son, Quiz), è almeno dal Dolittle del 2020 che non vediamo Michael Sheen sul grande schermo. Un peccato, vista la bravura dell’attore, che però ha una spiegazione. Che a quanto pare ha le sue origini nell’aiuto prestato nell’organizzare la Homeless World Cup del 2019 a Cardiff.

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Quella che Sheen stesso, ancora oggi, nell’intervista rilasciata al Guardian, definisce “un punto di svolta” nella sua vita. E che a 52 anni lo ha portato a diventare – sempre per usare le sue parole – un attore “Non for profit”.

Di seguito la sua dichiarazione completa:

“C’è stato qualcosa di piuttosto liberatorio nel farlo, decidere di mettere grandi somme di denaro in questo o in quello, perché in grado di guadagnarlo di nuovo. In sostanza, mi sono trasformato in un’impresa sociale, un attore senza fini di lucro”.

Ma Sheen ha fatto di più, quando l’associazione del Mondiale ha avuto bisogno di due milioni di sterline per sopravvivere, l’attore ha addirittura messo in vendita le sue due case per rifinanziare il progetto. Una decisione che gli ha permesso di rendersi conto che “non lo avrebbe rovinato” e che lo ha spinto a investire i suoi guadagni in progetti per lui – e per tutti – più rilevanti.

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In realtà, coerentemente con quanto fatto già nel 2011, aiutando i gruppi di Port Talbot impegnati in favore dei giovani meno fortunati. “Volevo aiutare quelle persone – ha detto l’attore. – Non volevo solo essere un mecenate o una voce a sostegno, volevo davvero fare di più“.

Qui l’INTERVISTA COMPLETA DEL GUARDIAN a Michael Sheen