Le confessioni di Al Pacino: «Il Padrino mi diede una nuova identità»

L'attore racconta la sua esperienza, l'Oscar e le droghe

0
Al Pacino

Quest’anno si festeggiano i 50 anni de Il Padrino, come sa chi è andato al cinema a rivedere il capolavoro di Francis Ford Coppola, un film che “per un attore è come vincere alla lotteria”. Parole di Al Pacino, che di quella trilogia è stato uno dei principali protagonisti e che nelle confessioni emerse in una interessante intervista rilasciata al New York Times ancora ne parla come della svolta fondamentale della sua carriera, dichiarando: “Il Padrino mi diede una nuova identità”.

LEGGI ANCHE: Francis Ford Coppola, James Caan e Talia Shire si riuniscono per celebrare i 50 anni del Padrino

“Sono qui perché ho fatto ‘Il Padrino'”, insiste. E perché il regista del prossimo Megalopolis insistette per averlo nel ruolo di Michael Corleone, anche dopo averlo bocciato al provino per quello di Sonny (poi andato a James Caan). Ma anche ignorando i tentativi della Paramount, che incredibilmente dopo i primi giorni di riprese fece di tutto per cacciarlo.

LEGGI ANCHE: La Paramount apre ad un possibile quarto capitolo de Il Padrino

Allora il giovane Al aveva recitato soprattutto a teatro, ma oggi, a 81 anni, Pacino è una icona del Cinema moderno. “Oggi è difficile spiegare chi fossi io allora, e il lampo che fu per me – ricorda la star. – Fu come se all’improvviso venisse sollevato un velo e io fossi finito sotto gli occhi di tutti”.

LEGGI ANCHE: The Offer, le prime immagini della nuova miniserie Paramount + che svela i retroscena de Il Padrino

“Sono profondamente onorato – dice ancora dell’affetto che ancora circonda il film. – Lo sono davvero. È un lavoro in cui sono stato così fortunato ad essere coinvolto, ma mi ci è voluta una vita per accettarlo e andare avanti. Non è che avessi interpretato Superman”. Forse anche per questo non lo vede spesso… “Potrei averlo visto due o tre anni fa, ma è quel tipo di film che quando inizi a guardarlo, devi continuare.

Eppure… “E’ sorprendente quando ti accorgi di quanta gente non lo abbia visto”, aggiunge prima di confessare di aver solo cercato di non pensarci: “E’ come quando ho perso il portafoglio con tutto quello che avevo dentro, mi sono detto, ‘Al devi dimenticartene, semplicemente, sai cosa succederà se continui a pensarci’. Quindi, non ci penso.

LEGGI ANCHE: The Offer, il trailer della nuova miniserie Paramount+ che svela la realizzazione de Il Padrino

Forse anche per non pentirsi di non essere andato alla cerimonia degli Oscar, che in quell’anno lo vedeva candidato per la prima volta come migliore attore non protagonista:

“In quella fase della vita in ero più o meno ribelle. Poi ci sono tornato, ma non all’inizio. Non credo che Bob [De Niro] ci fosse andato. George C. Scott non è andato per niente. Marlon [Brando] non andò, e restituì la sua statuetta. Si ribellavano a Hollywood. Era nell’aria. Non mi sentivo a mio agio in quella situazione. Ero anche impegnato a Boston, ma era una scusa, avevo paura di andare. Ero giovane, anche più giovane della mia età. E c’entravano le droghe e quel tipo di cose, in cui ero coinvolto all’epoca, penso che abbiano avuto molto a che fare con ciò”.

Al Pacino è Michael Corleone (Paramount Pictures, CBS via Getty Images)

Qui l’intervista completa ad Al Pacino del New York Times