Ciak, si gira!
Londra è un set a cielo aperto, e molti pub sono diventati poi luoghi di culto per cinefili. Proprio alla fine della sua prima avventura, Ethan Hunt/Tom Cruise si disseta al The Anchor, a poche centinaia di metri da London Bridge, con vista sul Tamigi dal lato Southbank. Fa parte della catena Greene King, è molto turistico, ma per una pinta al volo va più che bene, soprattutto se c’è posto in terrazza. Note importanti: 300 metri a destra c’è la Tate Modern, se vi spostate nella stessa direzione di un chilometro e mezzo trovate il BFI Southbank, ovvero il cinema multisala, con annessa libreria e biblioteca, della cineteca nazionale inglese. Entrambe tappe altamente consigliate.
Tornando ai pub, personalmente, preferisco situazioni più rustiche. Come il The Jolly Gardeners, dove spero sempre di incontrare Vinnie Jones, difensore centrale del Wimbledon dei miracoli poi passato al cinema. In Snatch regala un monologo degno del miglior Tarantino, davanti a una mezza Guinness.
Siamo nel quartiere di Lambeth e curiosamente, nella stessa Black Prince Road, troviamo anche il pub omonimo dove Colin Firth ci ha insegnato che “i modi definiscono l’uomo”, almeno secondo un Kingsman, nella prima avventura firmata da Matthew Vaughn.
Che, guarda caso, fu anche produttore di Lock & Stock, folgorante esordio di Guy Ritchie. Il pub samoano ritrovo dei gangster del film è in realtà l’elegante Royak Oak di Columbia Road, una delle strade più belle e storiche di Londra. Incredibile a dirsi, lo consiglio vivamente per la cucina, è uno dei migliori gastropub della città.
