L’uomo che disegnò Dio, Kevin Spacey a Torino per l’inizio delle riprese

Nel cast anche gli italiani Stefania Rocca, Massimo Ranieri, Simona Nasi, Diana Dell’Erba, Diego Casale, Andrea Cocco e Vittorio Boscolo

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Al via a Torino le riprese de “L’uomo che disegnò Dio”, lungometraggio drammatico diretto da Franco Nero e prodotto da Louis Nero per L’AltroFilm. Nero, alla seconda esperienza dietro la macchina da presa dopo “Forever Blues” del 2005, nel film interpreta il protagonista, un anziano signore non vedente, insegnante di ritrattistica a carboncino in una scuola serale.

Oltre all’ormai nota presenza di Kevin Spacey nel cast, scopriamo esserci anche gli attori Robert Davi, Stefania Rocca, Massimo Ranieri, Simona Nasi, Diana Dell’Erba, Diego Casale, Andrea Cocco, Vittorio Boscolo, l’americana Sofia Nistratova e, per la prima volta sullo schermo Isabel Ciammaglichella e Wehazit Efrem Abrham.

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Ispirata a una storia vera, il soggetto è di Eugenio Masciari e la sceneggiatura, a sei mani, è a cura dello stesso regista con Eugenio Masciari e Lorenzo De Luca. Le scenografie del film sono firmate da un altro Premio Oscar, Gianni Quaranta.

Ecco alcuni scatti con Kevin Spacey in giro a Torino:

Trama

Emanuele è un anziano, solitario e cieco, con un grande dono: la capacità di ritrarre chiunque semplicemente udendone la voce. Nessuno conosce questa “magia”, tranne la sua assistente sociale Pola e gli studenti della scuola serale dove insegna ritrattistica a carboncino. La sua vita viene sconvolta quando Pola gli presenta due immigranti africane: Maria, una vedova che è venuta in Italia sperando in un futuro migliore, e sua figlia Iaia. Le due si trasferiscono da lui occupandosi in cambio della casa. Una sera, Iaia registra l’anziano mentre sta disegnando un suo ritratto e carica il video online. La “magia” diventa virale in brevissimo tempo. Emanuele viene notato dal “Talent Circus”, uno show televisivo che scopre straordinari talenti che sfrutta per audience. Una favola sulla necessità di riscoprire il miracoloso potere della dignità in un mondo dove il rumore dei media ha risolto il problema dell’imperfezione dell’uomo semplicemente eliminando il problema stesso.