Matilda alla conquista dell’America | intervista

Incontro con Matilda De Angelis, nel cast della miniserie "The Undoing" insieme a Nicole Kidman e Hugh Grant

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Matilda De Angelis

Nel cast di The Undoing troviamo anche Matilda De Angelis, alla sua prima esperienza internazionale. L’attrice di Veloce come il vento interpreta nella miniserie Elena Alves, una
giovane donna che sconvolge la vita della protagonista Grace e della sua famiglia.
L’abbiamo incontrata.

Come si è trovata a lavorare con attori del calibro di Nicole Kidman e Hugh Grant?
«All’inizio ero ovviamente intimorita, sarebbe stato strano il contrario. Sono una grande fan di Nicole, la considero una delle grandi attrici dei nostri tempi. Si è rivelata una donna molto gentile, disposta ad aprirsi per conoscere le persone con cui lavora. Durante le riprese abbiamo parlato molto, mi ha aiutato soprattutto a superare le tensioni iniziali. Lo stesso posso dire di Hugh Grant: abbiamo girato insieme alcune scene molto impegnative a livello psicologico e mi è stato di grande supporto».

Come ha trovato invece la collaborazione con Susanne Bier?
«Per la prima volta sono stata diretta da donna, un’esperienza che mi ha ispirato. Susanne possiede uno sguardo e una sensibilità differenti, ha un modo speciale di percepire le cose. È una grande regista, possiede un’energia particolare, esige molto dagli attori e sa sempre cosa vuole ottenere. Non accetta vie di mezzo, mi ha stimolato a spingermi al limite nella mia interpretazione di Elena. Con lei mi sono sentita totalmente a mio agio nell’esplorare la carica sessuale che è parte fondamentale del personaggio. Anche le scene di nudo sono state più semplici da girare grazie al suo appoggio».

A proposito di Elena Alves, cosa può rivelarci di lei?
«Si tratta di una figura molto complessa, nasconde dei segreti. La sfida principale è stata quella di trasmettere al pubblico il senso di mistero che Elena emana e al tempo stesso lasciar trasparire la sua dimensione più familiare, quella di madre. Non la definirei una femme fatale, si tratta di qualcosa di maggiormente complesso in quanto possiede una psicologia molto fragile, si sente isolata poiché non appartiene alla classe sociale dell’ambiente in cui vive. La scelta è stata quella di dipingere un personaggio fortemente caratterizzato, abbiamo costruito Elena come una donna a tratti addirittura eccessiva».

Cosa ricorderà in particolar modo dell’esperienza di The Undoing?
«Prima di tutto la gentilezza e la professionalità degli artisti con cui ho lavorato. Poi senza dubbio New York: non c’ero mai stata prima, ho amato camminare per la città nel mio tempo libero. È un luogo incredibile, ogni strada ti ricorda qualche film che vi è ambientato».