HIP HOP MANIA: “THE GET DOWN”, I CHARACTER POSTER

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Non è la prima volta che Buz Luhrmann fa recitare i suoi protagonisti in rima, ma questa volta Shakespeare non c’entra. Non è nemmeno la prima volta che gli fa dichiarare il proprio amore servendosi dei testi di canzoni, ma questa volta siamo lontani da Parigi.

In The Get Down – la nuova serie Netflix online dal 12 agosto, la più costosa di quelle fin qui prodotte: ben 120milioni di dollari – le rime sono quelle nate nel South Bronx alla fine degli anni ’70, quando tra graffiti, gang di strada, boss rivali, pettinature afro, disco music e DJ in cerca del groove giusto, nasceva l’Hip Hop. E il Get Down è proprio il pezzo perfetto di un disco, quella manciata di secondi che i DJ devono saper trovare al volo e ripetere all’infinito, per farli diventare la lunga base delle rime estemporanee dei parolieri.

I sei episodi ad oggi disponibili – gli altri sei arriveranno nel 2017 – raccontano la storia di Ezekiel (è lui stesso a ricordarla, tutta la serie è un lungo flashback) e di come grazie a un aspirante DJ e ai consigli di Grandmaster Flash (uno dei veri padri fondatori dell’hip-hop, che ha collaborato alla realizzazione del serial) farà di questa nuova musica la sua vita. Tra sfide a suon di rime, sparatorie, cocaina, treni della metro (divertente l’idea di affidare il titolo dell’episodio a un graffito su un treno in corsa), palle a specchio e amori impossibili, in un caleidoscopio di colori, Luhrmann fa dell’esagerazione la sua cifra stilistica e racconta un angolo di mondo che ha saputo trovare il ritmo della rabbia. E l’ha imposto al mondo.

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