Muti, arriva al cinema il Ritual thriller girato a Roma (trailer)

C'è anche l'italiano Francesco Cinquemani alla regia dell'action thriller

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Muti con Morgan Freeman

La domanda è la stessa che pone Morgan Freeman nel trailer, avete mai sentito il termine Muti? Questo il titolo italiano del film The Ritual Killer di George Gallo, Francesco Cinquemani e Luca Giliberto che dall’11 maggio sarà nei nostri cinema, distribuito da RS Productions in collaborazione con Mirari Vos. Girato anche in Italia, con il direttore della fotografia di Pulp Fiction, Andrzej Sekula, e un cast che comprende anche Cole Hauser e Giuseppe Zeno, è uno dei tre registi a parlarci della scelta di portare sullo schermo l’incredibile tradizione di sacrifici umani e della sua seconda esperienza con il Premio Oscar protagonista.

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“Sono contento di aver potuto lavorare di nuovo con Morgan Freeman – dice Cinquemani, riferendosi alla La rosa velenosa del 2019 (su Prime Video). – Ma anche di aver fatto un film ‘all’americana’ in cui uno dei protagonisti è italiano, ennesima conferma che anche noi sappiamo realizzare prodotti di livello internazionale e che le nostre troupe non hanno niente da invidiare a quelli degli statunitensi“. “Ho un approccio ludico alla regia, io stesso devo divertirmi per primo – spiega ancora il regista di Andròn: The Black Labyrinth e Lockdown Generation, che dopo i prossimi La buona strega del Natale (su Prime Video anche questo) e The Ghosts of Monday ha già diversi progetti in arrivo, oltre ai due con Alec Baldwin. – Sono orgoglioso di Muti, è un film anche italiano da 18 milioni di euro e sta uscendo in più di 100 nazioni. Come molti dei 14 film che ho diretto, anche se non tutti sono arrivati in sala in Italia. Il nostro è un tipo di produzione che permette di sperimentare, e con buoni risultati, visto che Beyond the Edge con Antonio Banderas è stato campione di incassi in Russia e il The Ghosts of Monday con Julian Sands, per fare un esempio, nelle Filippine è stato proiettato su 150 dei 900 schermi del Paese, più di Bones and All”.

In Muti, Freeman è un esperto antropologo coinvolto nelle indagini su un serial killer che uccide secondo un arcaico rituale africano indicato, appunto, dalla parola Swahili che “significa medicina, ma ha anche un significato più oscuro”, come sentiamo nel trailer:

Il rituale Muti è infatti una forma di sacrificio umano diffuso tra alcune tribù africane, in cui l’uccisione viene eseguita dopo che parti del corpo sono state rimosse con precisione mentre la vittima è ancora viva, affinché le grida possano evocare le divinità. Questi riti vengono macabramente celebrati e commissionati agli sciamani per ottenere maggiore successo, potere, energia o fortuna.

Di conseguenza il film con Cole Hauser, Peter Stormare, Vernon Davis e Giuseppe Zeno – girato tra diverse location in Italia e negli Stati Uniti, tra Roma e il Mississipi – non è solo un action thriller che racconta di un inseguimento a uno spietato quanto fanatico serial killer, ma è anche la storia di due persone che si uniscono per uno scopo comune ma non rivelano mai chi sono veramente e custodiscono oscuri segreti che portano dentro di sé.

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“Sul set ci siamo divisi i compiti, io ho girato le scene degli omicidi e tutte quelle italiane. A Roma abbiamo fatto vedere San Pietro, il Colosseo e Trinità dei Monti e tutto quello che piace negli States – dice ancora Francesco Cinquemani dell’esperienza con due co-registi. – Oltre al finale con Giuseppe Zeno. Ma i finali alternativi erano almeno due o tre”.

“Sono un regista ‘for hire’, come si dice negli States, sono abituato a girare a partire da una sceneggiatura esistente, ma in questo caso ho voluto avvalermi della presenza di una sceneggiatrice africana e della consulenza di alcuni stregoni e di un magistrato che indagava su questo tipo di omicidi – racconta ancora. – Qualcosa si è perso nelle varie revisioni dello script, ma ci tenevo che ci fosse una maggior sensibilità verso la materia che si doveva raccontare. Per fortuna in passato ero stato sei mesi a Khartum a insegnare cinema per l’ONU e ho potuto approfittare di alcuni contatti. Anche se casi di omicidi rituali come quello che raccontiamo ci sono stati anche in Europa, a Londra, in Germania, persino tra Roma e Milano, solo che non se ne parla tanto”.

Muti, Francesco Cinquemani

 

Sinossi:

Incapace di processare il lutto per la morte della figlia il Detective Boyd (Hauser), a pochi giorni dalla pensione, si lancia nella drammatica caccia ad un serial killer misterioso che uccide secondo un brutale rituale tribale: il Muti. L’unico che può aiutare Boyd è il Professor Mackles (Freeman), antropologo di origine africana che nasconde un inconfessabile segreto.

 

Muti