Oscar 2023, le sorprese e le delusioni

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Oscar 2024

Oscar 2023, nomination annunciate e come ogni anno c’è chi è particolarmente contento e chi invece soffre per essere stato escluso. D’altronde, non possono vincere tutti e nemmeno tutti possono essere candidati a farlo. Andiamo quindi a vedere cosa è successo quest’anno.

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Nella categoria miglior film nessuna sostanziale sorpresa, sebbene The Whale venisse considerato papabile per far parte della sporca decina. Chi certamente avrà sofferto di più per l’esclusione è Damien Chazelle, il suo Babylon ha avuto molte candidature tecnico-artistiche, com’era anche giusto che fosse, ma lui è rimasto fuori come miglior film e miglior regista. Molti si lamenteranno anche dell’assenza di Black Panther: Wakanda Forever, ma francamente ci sarebbe stato non molto bene con il resto della compagnia.

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E a proposito di regia, a dir poco incredibile l’assenza di James Cameron, a cui è stato preferito Ruben Ostlund, già vincitore della Palma d’oro di Cannes di quest’anno con Triangle of Sadness. E a questo punto abbastanza sorprendente anche l’assenza di Edward Berger, che ha gestito con maestria una macchina gigantesca come All Quiet on the Western Front.

Mancano poi completamente le donne dalla categoria per la migliore regia. Ma è pur vero che Gina Prince-Bythewood ha firmato con The Woman King un film non memorabile, Sarah Polley, cineasta straordinaria, ha fatto per Women Talking una messa in scena molto teatrale e la Lila Neugebauer di Causeway non era mai stata presa in considerazione. Semmai è la mancanza di Charlotte Wells, la cui opera prima Aftersun è stata pluricandidata ai BAFTA e premiatissima nel corso della Award Season, la sorpresa in assenza, ma in generale dalle nomination, con il solo Paul Mescal candidato come miglior attore.

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E parlando di attori, se da una parte la lotta sembra essere ristretta a Brendan Fraser e Colin Farrell, proprio l’inserimento di Paul Mescal e Bill Nighy potrebbero frastagliare il voto dei votanti dell’Academy di nascita britannica e irlandese, che non sono pochi, favorendo ulteriormente Fraser nei confronti di Farrell. Dispiace per l’assenza di Tom Cruise, ma sarebbe stato francamente un tributo eccessivo, si può accontentare della candidature come produttore di Top Gun: Maverick come miglior film.

Le sorprese maggiori le troviamo nella categoria miglior attrice. Una è Ana De Armas: Blonde è in testa alle candidature ai Razzies, eppure l’attrice ispano-cubana ha convinto l’Academy con la sua disperata Marilyn. Michelle Williams, che fino all’ultimo momento sembrava potesse avere un cambio di categoria vista l’agguerrita concorrenza, ha infatti strappato la candidatura sul filo di lana. E infine, come avevamo predetto nell’articolo di presentazione precedente alle nomination, Andrea Riseborough è stata candidata per To Leslie. E attenzione, perché questa cinquina non dà affatto per scontata la vittoria di una tra Cate Blanchett e Michelle Yeoh.

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Le deluse in questo caso sono Viola Davis, protagonista di The Woman King, Margot Robbie per Babylon, e l’outsider Danielle Deadwyler, bravissima in Till. Come d’altronde Olivia Colman in Empire of Light, ma il film di Sam Mendes non ha scaldato i cuori in generale.

Nessuna sorpresa invece tra le non protagoniste, l’assenza di tutte le attrici del cast di Women Talking non fa che sottolineare l’importanza della loro performance collettiva. E anche tra gli attori non protagonisti l’unica sorpresa, ma relativa, è quella di Brian Tyree Henry in vece di Brad Pitt. Ma il co-protagonista di Causeway era decisamente la cosa migliore del film con Jennifer Lawrence.

Nella categoria miglior film d’animazione peccato per l’assenza di My Father’s Dragon, ennesimo gioiellino della factory irlandese Cartoon Saloon, ma fa molto piacere vedere nella cinquina Il mostro dei mari (The Sea Beast), uno dei migliori titoli animation dell’anno.

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Sorpresa incredibile nella categoria miglior canzone originale. Manca infatti la fidanzata d’America, Taylor Swift. Evidentemente il suo autoconsiderarsi già una regista capace di confrontarsi con i mostri sacri non deve avere fatto piacere ai membri dell’Academy (e a dirla tutta, Carolina, la canzone scritta per La ragazza della palude, è anche assai dimenticabile).

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Certamente ci saranno assai altre lamentele da parte degli appassionati, ma il verdetto è stato emesso. Adesso bisogna concentrarsi su quello che accadrà domenica 12 marzo per la notte degli Oscar 2023.