Peter Lord: «le mie Galline nate da “La grande fuga”. Il sequel? Diverso, ma con lo stesso cuore»

Il direttore della Aardman Productions rivela a Ciak anticipazioni sull'atteso sequel di Galline in fuga, in arrivo su Netflix a fine 2023

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Cinquant’anni di carriera e uno stile inconfondibile che non smette mai di stupire. Al Cartoons on the Bay arriva Peter Lord, regista, produttore e direttore creativo della Aardman Productions, uno degli studi di animazione più acclamati al mondo per l’utilizzo della clay animation, la stop-motion con pupazzi di plastilina.

Lo studio, co-fondato da Lord nel 1972 a Bristol insieme al suo storico collaboratore David Sproxton, ha mosso i primi passi creando cortometraggi per la BBC, spot televisivi e video musicali (quello a Peter Gabriel per il brano Sledgehammer rimane tra i più incredibili mai realizzati), fino a sfondare nel panorama internazionale con successi come Galline in fuga, Wallace & Gromit (premio Oscar nel 2005), Giù per il tuboPirati! Briganti da strapazzo e la saga di Shaun, vita da pecora. Presente a Pescara per ritirare il Pulcinella Career Award, Peter Lord ci ha parlato dei suoi esordi alla Aardman, raccontato aneddoti sulle sue collaborazioni artistiche e fornito qualche anticipazione sull’attesissimo sequel di Galline in fuga, Chicken Run 2: Dawn of the Nugget, in uscita su Netflix nell’autunno del 2023.

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Peter Lord, intervista

Come nasce il suo amore verso la plastilina e la claymation?
Per caso, in realtà. Quando ero ancora al liceo, vidi un film intitolato Clay or Origin of the Species di Eli Noyes, un animatore americano. Presi da lì l’ispirazione. Mi trovai fin da subito a mio agio a modellare l’argilla. Il grande vantaggio è che quando iniziammo noi tutti stavano facendo animazione in 2D. C’era un baratro, eravamo gli unici a fare clay-animation. Al top c’era Walt Disney, noi eravamo il gradino più basso della scala.

Quella scala l’avete scalata presto con il vostro primo lungometraggio, Galline in Fuga. Uno dei film d’animazione in stop motion più di successo di sempre. Da dove vi venne l’idea di incentrare un film su delle galline?
I genitori del mio collega, Nick Park, avevano delle galline che fuggivano in continuazione da casa. Un giorno gli venne in mente di farci un disegno, fu quello il seme di tutto il progetto. Cercammo di farlo crescere pian piano, finché non conoscemmo Karey Kirkpatrick che ci scrisse la sceneggiatura. Fu un bel gioco di squadra. Incontrammo Spielberg, allora capo della DreamWorks, e gli presentammo il progetto con l’idea di voler fare un “La grande fuga” con le galline. Il film degli anni ’60, ha presente? Lì ci sono uomini che lottano eroicamente contro i nazisti, fino ad andare incontro alla morte. Fu molto soddisfacente partire da quegli eroi e trasformarli in galline. Le galline non sono mai eroiche, sono da sempre considerate stupide. 

Nei film della Aardman c’è spesso questa combinazione tra eroismo, umanità ed umorismo. È questa la chiave del vostro successo?
Dico sempre che la migliore commedia nasce dalle situazioni più drammatiche. In Galline in fuga, ad esempio, parliamo di vita e di morte.
Cerchiamo di fare film divertenti, partendo comunque da emozioni serie.

Troveremo lo stesso equilibrio anche nel sequel di Galline in Fuga?
Devo dire che il sequel è molto diverso, è un evoluzione, ma l’istinto di partire da situazioni drammatiche e riempirlo di aspetti comici resta lo stesso. Sarà quello il cuore.

Chicken Run 2: Dawn of the Nugget

È spaventato all’idea che il pubblico possa recepire male un sequel a distanza di 23 anni?
Il primo film fu amatissimo, spero che il pubblico possa essere accogliente anche con questo e possa amarlo allo stesso livello. Non sono spaventato perché lo trovo bellissimo! Molti faranno paragoni, ma è giusto così. Vedrete un bel film. 

Nella sua carriera ha avuto modo di lavorare con grandi attori che hanno dato voce ai personaggi. Da Mel Gibson e Hugh Grant a Imelda Staunton e Martin Freeman per citarne alcuni. Qualche aneddoto su di loro ce l’ha?
Imelda Staunton è fantastica, è un’attrice estremamente generosa. Ricordo che quando stavamo girando i Pirati era impegnata tutte le sere a teatro con Sweeney Todd e nonostante ciò, durante le nostre sessioni di doppiaggio, non si risparmiava: urlava a squarciagola, ci dava tutto, anche col pericolo di potersi rovinare la voce per la serata.
Hugh Grant è un altro grande personaggio, non la persona più facile con cui lavorare, ma molto divertente. Gli chiesi di fare cose che non amava, tipo urlare a destra e a manca come un pirata. Ha sempre avuto un senso comico molto intelligente.

Nel sequel di Galline in fuga avete dato una parte a Bella Ramsey, attrice rivelazione dell’ultimo anno con The Last of Us. Che cosa dobbiamo aspettarci da lei?
È una ragazza adorabile. Doppia un nuovo personaggio, la figlia di Ginger [Gaia in italiano ndr] e Rocky. Ha il temperamento di una teenager, è ingenua anche se vuole fare la grande. Diciamo che è come Gaia nel primo film, si ispira molto a lei. La vedremo affrontare anche dei momenti tristi e commoventi.