The Brutalist, il regista risponde alle polemiche sull’uso dell’AI nel film

A esser modificate le interpretazioni di Brody e Felicity Jones

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The Brutalist

Tra i film più premiati, vincitore del Leone d’argento per la regia a Venezia 81 e di tre Golden Globe, The Brutalist di Brady Corbet (qui il trailer) è sicuramente uno dei titoli più attesi agli Oscar 2025, ai quali però si sta avvicinando tra le polemiche. Almeno quelle relative all’uso dell’AI nel film, come ammesso dal montatore Dávid Jancsó, che in un’intervista ha raccontato di aver usato l’intelligenza artificiale generativa Midjourney, per progettare gli edifici – ridisegnati da un artista – di una delle sequenze nel finale verso la fine, e Respeecher, per aggiustare presumibilmente l’ungherese di Adrien Brody (tecnologia che, per altro, pare esser stata utilizzata anche per la voce di Selena Gomez nell’altrettanto lanciato Emilia Pérez).

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A prescindere da come si consideri la questione, sono molti a discutere sulla gravità del ‘aiutino’, sul rischio che il suo uso possa significare la perdita del lavoro per qualcuno o sul suo utilizzo al pari di altri strumenti a disposizione del filmmaker, la discussione continua. Tanto da aver costretto il regista a intervenire, forse anche nella speranza di controbilanciare l’influenza negativa che questa potrebbe avere sui votanti dell’Academy, proprio in vista dei verdetti in arrivo.

Stando a quanto si legge su Deadline, Corbet ha dichiarato di aver utilizzato l’AI solo in post-produzione, e che si sarebbe trattato comunque di un “processo manuale” che nulla toglierebbe al valore del film, che lui descrive come sulla “complessità umana” e guidato “in ogni aspetto della sua creazione” dallo sforzo umano, “dalla creatività e dalla collaborazione”.

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Queste le sue parole:

Le interpretazioni di Adrien e Felicity sono completamente loro. Hanno lavorato per mesi con la dialect coach Tanera Marshall per perfezionare i loro accenti. L’innovativa tecnologia Respeecher è stata utilizzata solo per l’editing dei dialoghi in lingua ungherese, in particolare per perfezionare alcune vocali e lettere. Non è stata modificata la lingua inglese. Si è trattato di un processo manuale, realizzato dal nostro team audio e da Respeecher in post-produzione. L’obiettivo era quello di preservare l’autenticità delle interpretazioni di Adrien e Felicity in un’altra lingua, non di sostituirle o alterarle e di farlo con il massimo rispetto per il mestiere.

Stando a Clayton Davis di Variety, però, sono molti i votanti dell’Academy a non aver visto The Brutalist, o “non averlo finito“, a causa della durata di oltre tre ore (che ha spinto lo stesso regista a inserire un intervallo nel film stesso), ma di averlo votato solo sull’onda del passaparola e sull’impressione ricevutane.

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Qualcosa di simile a quanto accaduto l’anno scorso per il Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese, che nonostante le dieci nomination alla fine non conquistò nemmeno una statuetta.