The Witcher 2, un fantasy sempre più cupo

Da oggi la serie torna su Netflix. L'intervista con la costumista Lucinda Wright, il production designer Andrew Laws, e gli attori Joey Batey e Nick Bodnia

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Per oltre due anni la pandemia ha bloccato tutti gli eventi in presenza, ma lo scorso novembre l’allentarsi delle restrizioni ha permesso il fortunato ritorno del Lucca Comics and Games, la cui edizione 2021 ha ospitato una lista di eventi dedicati a The Witcher, che torna oggi, in esclusiva su Netflix. La serie fantasy ricomincia con gli episodi dell’attesissima seconda stagione, della quale proprio a Lucca ci hanno parlato la costumista Lucinda Wright, il production designer Andrew Laws, e gli attori Joey Batey (Jaskier) e Nick Bodnia (Vesemir).

Partiamo da lei, Nick, che si è unito al cast della seconda stagione e che quindi è il nuovo arrivato. Alle spalle ha una carriera straordinaria che prosegue proprio con The Witcher. Com’è stato tuffarsi in un vero mondo fantasy?

Nick Bodnia: Un vero mondo fantasy. Io amo le illusioni, la mia vita è questa. Per integrarmi ho dovuto imparare a viaggiare in un universo magico, ricco di leggende. Ho cercato di capire in che modo la storia mi avrebbe influenzato, e che effetto faceva sui miei sensi. Ogni giorno era un mondo nuovo, ed è proprio questo che amo di queste storie fantastiche. Ogni volta che leggevo una nuova parte della sceneggiatura era come se davanti ai miei occhi si aprisse un universo sconosciuto. Mi ha arricchito moltissimo e ne volevo sempre di più. La troupe è riuscita a costruire un mondo in scala reale, e io mi sono sentito di nuovo un bambino che entra per la prima volta in un mondo fantastico. Solo che è reale, ed è tutto attorno a te!

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In Italia il fantasy è sempre stato ritenuto quasi di serie B. Joey, com’è il tuo rapporto con il fantasy?

Joey Batey: Potrei azzardare e dire che sono il più grande nerd e appassionato di fantasy di tutta la serie. Sono cresciuto giocando a Dungeons and Dragons e amo leggere romanzi fantasy. Infatti quando ho letto per la prima volta la sceneggiatura di The Witcher ne sono rimasto estasiato. Ora è come se venissi pagato per farlo! Sono diventato un bardo, ed è fantastico. Come dice Nick, è come essere di nuovo un bambino. A volte sul set ho trovato ad aspettarmi fantastici disegni e i bei costumi creati da Andrew e Lucinda. Ogni volta che li guardavo pensavo che in realtà non avevo bisogno di fare tanto lavoro, perché persone attorno a me avevano costruito un nuovo mondo in modo preciso e strabiliante. Io dovevo solo presentarmi sul set e dire le mie battute. Però esiste anche un lato più strano di questa esperienza. Quando giravamo, infatti, era come se venissimo risucchiati in questo mondo fantastico, tra gloriosi combattimenti con la spada e ogni tipo di mostro magico. Poi si sentiva una voce che gridava «Stop, è terribile!» dal fondo della stanza, ed era come risvegliarsi da un magico sogno. Questo è il mondo meraviglioso in cui lavoriamo! È un grande gioco, e penso che questo sia il motivo per cui il fantasy significa così tanto per me. Sono molto felice che in Italia e nel resto del mondo le persone si stiano sempre più appassionando a certe storie.

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Joey Batey in The Witcher

Joey, il tuo personaggio è amato dal pubblico. Ti aspettavi questo calore per il tuo Jaskier? E che Toss a Coin diventasse una canzone tanto popolare in tutto il mondo?

Joey Batey: Jaskier era amato anche anche prima che lo interpretassi nella serie. Ai tempi però non prestavo particolare attenzione a quante persone lo adorassero, perché il mio lavoro era solo quello di leggere le sceneggiature, presentarmi un determinato giorno sul set e fare del mio meglio. Tuttavia, il feedback dei fan all’intero show è stato meraviglioso. Toss a Coin invece è stato qualcosa di inaspettato. Ci sono persone che me la cantano nei pub e per strada. Non capita spesso che una canzone diventi un elemento così importante, in un mondo fantastico. Devo solo ringraziare Giona Ostinelli e Sonya Belousova per averla scritta.

Lucinda, Andrew, avete dichiarato che «la necessità è la madre dell’invenzione». Quali sono state le sfide e le necessità che avete dovuto affrontare durante la produzione della nuova stagione?

Lucinda Wright: La sfida della seconda stagione è stata adattare anche i costumi alla nuova atmosfera della storia, così oscura e cupa!
Andrew Laws: Per me la grande sfida è stato il cambiamento di prospettiva: invece di osservare i nostri personaggi abbiamo deciso di osservare con loro il mondo. So che suona come un cambiamento irrisorio, ma quando abbiamo provato a essere più a contatto con la narrazione qualcosa ha fatto click. Per noi è stato rinvigorente, e penso trasparirà da questa stagione.

A cura di Martina Pedretti