Ci ha pensato Thomas Bezucha, regista non particolarmente prolifico che al suo quarto film in vent’anni adatta il romanzo di Larry Watson Let Him Go.
Margaret e George Blackledge sono una coppia felice, lui ex sceriffo in pensione, lei allevatrice di cavalli insieme al figlio James, che vive con la moglie e il figlio appena nato nella loro fattoria. Purtroppo, James muore a causa di una caduta da cavallo.
La moglie Lorna si risposa alcuni anni dopo, matrimonio non visto di buon occhio da parte dei suoceri. E a ragione, dato che dopo poche settimane Margaret scopre che Donnie, il nuovo marito, è un uomo violento che picchia sia la moglie che il bambino.
Decisa a riportare a casa il nipote, Margaret scopre però che la famiglia è improvvisamente sparita, probabilmente tornati nella fattoria di famiglia. Ma Margaret non vuole rinunciare al sangue del suo sangue e decide di mettersi alla ricerca della coppia, con l’aiuto del marito. Ma quella che doveva essere un semplice viaggio si trasforma in un incubo.
George Blackledge è Kevin Costner
Uomo di poche parole, profondamente innamorato di sua moglie per cui farebbe qualunque cosa.
«Essere un personaggio riflessivo non vuol dire parlare poco, ma far trasparire quello che pensi quando sei sullo schermo» ha detto saggiamente Costner a proposito del ruolo. «Anche se non è il tuo turno di parlare, è importante quello che c’è tra le righe, e George già sa quello che sta per dire Margaret, non perché c’è scritto nella sceneggiatura, ma perché è la donna che ama da trent’anni. Sa benissimo che anche se non è d’accordo con quello che vuole fare, ovvero andare a riprendersi il nipote levandolo alla madre, perché è l’unica cosa che ancora la lega al figlio morto, lui la accompagnerà, perché è una donna che non contempla l’ipotesi di fermarsi e rinunciare».
Gli fa eco Diane Lane che su Margaret non ha dubbi
«All’interno di una coppia in cui c’è grande complicità e comprensione reciproca, sai quindi è inutile cercare di resistere. George semplicemente vuole aiutare sua moglie a guarire dal dolore della tragedia che entrambi hanno subito. Il viaggio per andare a riprendersi il nipote è parte del processo di guarigione, e anche se è consapevole di star facendo qualcosa di sbagliato, niente la fermerà».
Costner e Lane sono stati molto contenti di lavorare nuovamente insieme.
«Diane è un’attrice dalla classe immensa, una delle migliori che il cinema americano abbia mai avuto. Se fossimo nell’epoca d’oro sarebbe al livello di Barbara Stanwyck o Katharine Hepburn. Abbiamo lavorato pochi minuti insieme in Man of Steel, ma entrambi avevamo capito che era troppo poco, e prima o poi dovevamo chiudere il cerchio».
«Kevin è un essere umano speciale» fa eco Diane Lane.
«Ha dimostrato nel corso della sua carriera e della sua vita quanto supporti le donne dal carattere forte, e posso assicurare che non è un tratto caratteristico di molte stelle del cinema. Kevin ha questa nobiltà d’animo che mantiene oltretutto sempre inespressa, ma semplicemente perché non ha bisogno di essere dimostrata, è lì, fa parte di lui ed è magnifica».
Così come magnifica anche la loro nemesi nel film, Lesley Manville. L’attrice inglese interpreta la matriarca della famiglia Weboy, Blanche, una rude donna del west che non ha alcuna intenzione di assecondare i desideri di Margaret. Lo scontro tra le due donne porterà a terribili conseguenze.
Sebbene sia ambientato negli anni Sessanta, Uno di noi – Let Him Go è da considerare a pieno titolo un western, con le atmosfere e i paesaggi tipici del genere classico hollywoodiano. Un film apparentemente fuori dal tempo, ma un piacere per gli occhi per gli amanti di un cinema che non si vede più tanto spesso, ma che è sempre bello riscoprire.
