Venezia 80, Pierfrancesco Favino parla del suo Comandante (video)

«Io penso che questa sia la storia di una epifania»

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Pierfrancesco Favino

Comandante di Edoardo De Angelis apre oggi l’80ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, con Pierfrancesco Favino nei panni di Salvatore Todaro, che guidò il sommergibile Cappellini della Regia Marina all’inizio della Seconda guerra mondiale. Il film, in concorso a Venezia 80, sarà al cinema dal 1° novembre con 01 Distribution.

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L’ispirazione per Comandante è nata a De Angelis dall’essersi imbattuto nella storia vera del comandante Salvatore Bruno Todaro. Dopo un lungo periodo di ricerca, la Marina Militare ha offerto al regista e al suo sceneggiatore, Sandro Veronesi, un grande supporto reale alla scrittura del film. De Angelis si è poi rifatto ai filmati girati nei primi anni di guerra, con l’assistenza di un giovane Roberto Rossellini, che riprendevano la vita all’interno dei veri sommergibili e hanno offerto a lui referenze precise su come realizzare anche gli interni del sommergibile del film.

È strano da spiegare, ma per me funziona così: c’è un’ispirazione emotiva, dopo di che tutto dipende dalle esigenze del racconto. Todaro ci ha mostrato cosa significava essere davvero forti, ovvero la capacità di correre in soccorso di chi è più debole, e ci ha spiegato cosa significa ancora oggi essere italiani; tutto il resto è strumento per raccontare questi principi”, ha spiegato il regista Edoardo De Angelis in conferenza stampa a Venezia.

Comandante, sinossi

Nell’ottobre del 1940, mentre il sommergibile Cappellini della Regia Marina comandato da Salvatore Todaro naviga nell’Atlantico, nel buio della notte si profila la sagoma di un mercantile che viaggia a luci spente, il Kabalo, che in seguito si scoprirà di nazionalità belga e che apre improvvisamente il fuoco contro il sommergibile e l’equipaggio italiano.

Dopo una breve ma violenta battaglia, nella quale Todaro affonda la nave nemica a colpi di cannone, il Comandante decide di salvare i ventisei naufraghi belgi condannati ad affogare per sbarcarli nel porto sicuro più vicino, come prevede la legge del mare. Per accoglierli a bordo è costretto a navigare in emersione per tre giorni, rendendosi visibile alle forze nemiche e mettendo a repentaglio la propria vita e quella dei suoi uomini.

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Essere italiano

Quando mi sono imbattuto nella figura di Salvatore Todaro ho pensato che se questo significa essere italiani io voglio essere italiano – dice De Angelis – Mi sono concentrato su questa storia nell’estate in cui è scoppiato il disonore di disattendere le millenarie regole del mare che chiamano a soccorrere chi è in necessità e la storia di Todaro era esemplare, come tante, ma tutta la nostra storia è fatta di soccorso in mare”.

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Certamente Comandante, nel raccontare la storia di un eroe di guerra in piena epoca fascista è un film che rischia di essere soggetto a non poche critiche, anche per l’inevitabile cultura nazionalista di cui i personaggi, Todaro per primo, sono naturalmente intrisi. Ma il regista spiega il senso di questo aspetto dell’ideologia incarnato in questo specifico racconto: “Per Todaro essere italiani significa portare 200 anni di civiltà di storia sulle spalle, significa accogliere e non respingere. Significa arricchirsi della diversità. Se essere italiani significa questo, allora io sono italiano”.

Guarda qui l’intervento di Pierfracesco Favino sul suo personaggio in Comandante