“FREE STATE OF JONES”: LA RECENSIONE

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Dopo la morte del figlio in battaglia (siamo nel 1862, piena Guerra di Secessione), Newton Knight decide di averne abbastanza di massacri e sangue per difendere i privilegi dei ricchi. Diserta, scappa, torna a casa, si rifugia tra le paludi del Mississippi assieme a un gruppetto di schiavi in fuga, per cominciare poi una sua personale lotta contro i soprusi e le angherie verso i civili da parte dei suoi ex commilitoni Sudisti. Radunerà sotto la sua guida tanti reietti sino a controllare una serie di contee nel Sud Est a toccare i confini dell’Alabama, proclamando lo stato degli Uomini Liberi della Contea di Jones.

Storia vera e coinvolgente, quella di questo Robin Hood del Mississippi che riuscì, dal disincanto e da semplici sentimenti di pietà (“E’ morto con onore Newt” “No Will. E’ solo morto”) a crescere sino a sviluppare una visione più collettiva, libertaria, comunitaria e antirazzista (“tutti siamo negri di qualcun altro”, “chiunque cammina su due gambe è un uomo ed ha gli stessi diritti”). E’ lungo Free State of Jones, scorre lungo gli anni con delle propaggini che arrivano ai giorni nostri e forse per qualcuno sarà sin troppo vibrante e stentoreo il tono del suo messaggio liberal, contro il segregazionismo, le infamie del Klu-Klux-Klan, le crudeli e ciniche logiche della restaurazione del governo dei vincitori. Ma Gary Ross (che sorpresa dai suoi più commerciali Pleasentville e Hunger Games!), oltre al cuore democratico e indignato dalle diseguaglianze, ha il polso del narratore robusto e attento al dettaglio realista. Soprattutto ha a disposizione la figura di un grande eroe da raccontare, un figlio del popolo capace di diventare un leader, una figura integra di combattente per i propri valori, dalla parola misurata e precisa così come la sua volontà (quasi un Clint Eastwood con le idee di Henry Fonda).

Mathhew McConaughey attraversa un periodo di grazia della sua carriera. Da fatuo fustacchione si è evoluto – immaginiamo anche con notevole sforzo – al ruolo di interprete di livello assoluto. Forse non avrà il talento per le sfumature degli attori più dotati, ma il suo Newt Knight dallo sguardo fiero e il collo leggermente irrigidito possiede la forza massiccia dei personaggi a tutto tondo necessari al grande spettacolo popolare. Oltretutto gli fa contorno un cast molto ben assortito e partecipe, da Gugu Mbatha-Raw (la sua compagna di colore) a Mahershala Ali (orgoglioso ex schiavo). Non ci stupiremmo se raccogliesse qualche nomination agli Oscar. In Italia sarà in sala a partire dal 1° dicembre.

Massimo Lastrucci