TUTTE LO VOGLIONO

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Id., Italia, 2015 Regia Alessio Maria Federici Interpreti Enrico Brignano, Vanessa Incontrada, Giulio Berruti, Ilaria Spada, Gianna Paola Scaffidi, Andrea Perroni, Giovanna Rei Distribuzione 01 Durata 1h e 40′

In sala dal

17 settembre

Incontro tra due improbabili soggetti: Orazio fa lo sciampista per cani con datore di lavoro magrebino, Chiara è una food designer in carriera con mamma ancora più in carriera e sorella ribelle. Per un equivoco lei pensa che lui sia un gps, cioè un generoso partner sessuale, e che potrebbe aiutarla a superare il suo problema di non raggiungere l’orgasmo neppure con un fascinoso giovanotto di cui era innamorata sin da ragazza.

La nuova stagione della commedia italiana prende il via con questo film di Alessio Maria Federici (Stai lontana da me, Fratelli unici) che tocca un argomento poco esplorato (le donne che fingono di essere sessualmente soddisfatte, l’uomo in questo caso visto come oggetto) e si affida a un lungo racconto del protagonista (Enrico Brignano) a ritroso nel tempo mentre viaggia su un pulmino insieme a uno scimpanzé. A parte l’equivoco di partenza, senza il quale ovviamente non ci sarebbe neppure il film, la pellicola vive di piccoli qui pro quo e doppi sensi, che non inducono alla franca risata. Si procede a vista, ora affidandosi a qualche gag di Brignano, sempre a suo agio nei momenti in cui dialoga con se stesso come nei suoi one man show teatrali, ora alla buona volontà di Vanessa Incontrada, che s’impegna sino in fondo per dare credibilità alla sua Chiara. Gli altri caratteri, che ai tempi classici avrebbero rappresentato la spalla dei due protagonisti, restano invece a livello di macchiette, come capita troppo spesso nel cinema italiano di oggi. Anche il rivale belloccio interpretato da Giulio Berruti è poco più che un ritratto schizzato su una sceneggiatura a cui hanno messo mano addirittura in sei. Rimane così l’ennesima sensazione di qualcosa di mancato e il dubbio che alla fine, tranne qualche eccezione, molte commedie italiane facciano diventare lo spettatore un po’ come la protagonista del film: incapace di avere un godimento di vera comicità.

Valerio Guslandi