Good Omens, Michael Sheen, David Tennant e Jon Hamm nella serie comedy tratta dal romanzo di Neil Gaiman

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Good Omens

«Il mondo finirà sabato. Sabato prossimo. Subito prima di cena». È Ia profezia bella e accurata della strega Agnes Nutter che dà il via a certi importanti accadimenti» in Good Omens. La nuova serie originale di Amazon Prime Video, disponibile in streaming dal 31 maggio, è tratta dall’omonimo romanzo di Neil Gaiman e Terry Pratchett pubblicato nel 1990. 

«All’epoca il libro è diventato subito un cult», spiega Gaiman che dello show è autore e anche produttore esecutivo. «Per anni abbiamo cercato di farne un film. Terry Gilliam era molto interessato all’idea (il regista avrebbe voluto portare la storia sul grande schermo con Johnny Depp e Robin Williams, Nda), ma alla fine nessun progetto è andato in porto. Nel 2014 poi Pratchett era molto malato e mi ha scritto una lettera piena di affetto. Non voleva che abbandonassi questa impresa. Così ho pensato a un progetto televisivo. Ho lavorato per diciotto mesi alla stesura della sceneggiatura di sei episodi».

 

A quel punto è arrivata Amazon, con cui Gaiman aveva già realizzato la serie American Gods, tratta da un altro suo bestseller. Durante i successivi otto mesi la produzione di Good Omens ha affrontato il passaggio più delicato, ovvero, trovare le due anime dello show: il puntiglioso angelo Azraphael e il dissoluto demone Crowley. Alla fine la scelta è ricaduta rispettivamente su Michael Sheen e David Tennant. « Avevamo già lavorato nel film Bright Young Things, ma non avevamo recitato insieme», ricorda Sheen, felice di aver condiviso ancora una volta la scena con Tennant. E proprio quest’ultimo
svela: «È stato un azzardo. La storia dipende dal legame tra i personaggi, che sono eternamente codipendenti. Sarebbe stato orribile, se non avessimo trovato la giusta
sintonia tra noi attori». Aziraphale e Crowley sono infatti amici da millenni, amano vivere sulla Terra e per scongiurare l’Apocalisse dovranno rintracciare l’Anticristo, un ragazzino di undici anni.

 

 

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The countdown to Armageddon has begun. Where will you be on May 31? (#GoodOmens artwork courtesy of @RoryKurtz).

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A fare da terzo incomodo c’è però l’arcangelo Gabriele, un personaggio inedito rispetto al romanzo.Doveva essere l’angelo più bello, cool e irritante che si potesse immaginare e così ho pensato a Jon Hamm!», scherza Gaiman. E l’ex Don Draper di Mad Men non ci ha pensato due volte prima di accettare il ruolo: «Sono un fan di Neil. Avevo letto il libro e adorato il tono leggero con cui affronta un tema serio come la fine del mondo». L’umorismo british e la satira sono la quintessenza dello show, che con spirito dissacrante dà a Satana la voce di Benedict Cumberbatch mentre Dio si esprime con l’accento americano di Frances McDormand. Ma la vera sfida è stata dare vita sul piccolo schermo al mondo letterario creato dallo scrittore.

 

 

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Armageddon will start on time thanks to this archangel. Jon Hamm is Gabriel in #GoodOmens.

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Per farlo il regista Douglas Mackinnon ha guidato le riprese per 120 giorni tra decine di location sparse tra la Gran Bretagna e il Sudafrica.Ho sempre portato con me il libro perché volevo rispettare la storia e poi ho lavorato fianco a fianco con Neil anche in sala
montaggio». Tutti hanno sempre avuto la consapevolezza che là fuori ci sono milioni di fan pronti a scatenare davvero la fine del mondo se Good Omens non sarà all’altezza delle
aspettative. Ma Gaiman assicura: «La serie è fedele al romanzo. Celebra l’umanità, l’amicizia e le persone. Le sorprese però non mancheranno, ci sarà da divertirsi!».