Spencer, la recensione del film con Kristen Stewart

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SPENCER recensione
SPENCER - Kristen Stewart

Spencer è un altro tassello del puzzle cinematografico sulla ricerca dell’identità da parte di Pablo Larraín. Il terzo, all’apparenza, dopo Neruda e Jackie. In realtà un lavoro iniziato molto prima.

Tony Manero, nel suo essere opera di finzione, è una ricerca sé, così come Ema. Cinque film che hanno un nome e/o un cognome, non a caso. Così come non lo è la scelta dei generi.

L’horror di Tony Manero, opera che ha molte affinità con il Nanni Moretti di Bianca, il thriller di Neruda, il musical, che poi è tutt’altro, per Ema, il documentario per Jackie, fino a Spencer, la storia di Lady Diana, la principessa triste.

Le feste natalizie del 1991 furono un punto di svolta nella vita di Lady D, a cui la vita di corte, i tradimenti del marito Carlo, l’essere costantemente sotto i riflettori, avevano tolto ormai ogni gioia di vivere. Lo dice la cronaca, fu quello il momento in cui diede uno scossone alla Corona britannica, decidendo di voler chiedere il divorzio, rinunciando a titolo e privilegi per una nuova vita.

Ma a Larraín la cronaca non interessa

O neanche la veridicità dei fatti. Larraín fa cinema e con quello cerca nuovi punti di vista con cui narrare delle storie. In Spencer lo fa grazie alla scrittura di Steven Knight, ai più noto per essere il creatore della serie Peaky Blinders.

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Ottimo scrittore, britannico purosangue, che nell’incontro con il regista cileno trova una sponda perfetta per raccontare secondo la migliore tradizione inglese.

Spencer è un romanzo gotico

Ispirato ai migliori, quelli scritti, guarda un po’, da donne che in tempi difficili presero in mano il loro destino. La fragile Lady D (38 chili, informazione che ci tiene a fornire Larraín) vaga nella spettrale Sandringham House come se fosse il palazzo della Jane Eyre di Charlotte Bronte, o il castello di Udolpho del bel romanzo di Ann Radcliff, a cui tanto deve L’abbazia di Northanger di Jane Austen, la cui protagonista, come Diana, vede complotti ovunque a causa di un libro.

Kristen Stewart Spencer
Kristen Stewart – Spencer

È un film di scrittura raffinata, Spencer, su cui Larraín impianta una struttura cinematografica altrettanto forte, intrecciando generi e ispirazioni. Opera a tratti hitchcockiana, in cui Camilla Parker Bowles è una Rebecca solo accennata ma sempre presente.

C’è anche molto horror, tra un compiaciuto e divertito omaggio a Shining e non pochi riferimenti al noir degli anni d’oro di Hollywood, La scala a chiocciola di Robert Siodmak in particolare.

Su tutto, c’è lei, Kristen Stewart

All’epoca dei fatti aveva poco più di un anno e mezzo e che quindi, saggiamente, non cerca di imitare la vita, ma di darne una nuova a una donna che poteva avere tutto e che tutto perse.

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I venti centimetri di differenza tra l’originale e la versione cinematografica neanche si notano, la donna una volta conosciuta come Bella si cala negli incubi di Miss Spencer portando oltre schermo ogni battito del suo cuore, ogni piccolo dolore, ogni gioia infantile riaffiorata in un Natale che non avrebbe più dimenticato.

Spencer è un film dai molti pregi, a cui vanno aggiunte tutte le interpretazioni di contorno, Timothy Spall e Sean Harris su tutte, e i cui difetti sono solo apparentemente tali, perché fanno parte di un incubo che non si trasformerà mai in sogno.

RASSEGNA PANORAMICA
VOTO:
spencer-recensione-del-film-con-kristen-stewartSpencer è un altro tassello del puzzle cinematografico sulla ricerca dell’identità da parte di Pablo Larraín. Il terzo, all’apparenza, dopo Neruda e Jackie. In realtà un lavoro iniziato molto prima. Tony Manero, nel suo essere opera di finzione, è una ricerca sé, così come Ema....