Venezia71, in attesa del grande inizio

0

Dov’eravamo rimasti? Al Leone d’Oro assegnato a un documentario, Sacro GRA di Gianfranco Rosi, e al lancio di un film, Gravity, che dopo Venezia70 avrebbe vinto sette Oscar e incassato 700 milioni di dollari in tutto il mondo.

Venezia71 riparte da quelle scommesse (vinte) e da un’idea di cinema precisa, «che non segua i desiderata del mercato » spiega Paolo Baratta, Presidente della Biennale, «ma piuttosto faccia venire voglia ai produttori di portare il film al Lido, perché Venezia è un valore aggiunto ». Tra lavori in corso e ultimi ritocchi prima dell’apertura di mercoledì 27 agosto, Baratta ha presentato in anteprima la nuova Sala Darsena, ristrutturata in maniera sostanziale – sotto la supervisione degli architetti Pina Maugeri e Joern Brandmeyer – con l’eliminazione di tutte le vecchie strutture e un restyling notevole degli interni che ha permesso di portare i posti a 1401 (erano 1300) e aumentare la larghezza delle poltrone, ora decisamente più confortevoli delle precedenti. Non solo, la Darsena è stata anche dotata di un poderoso nuovo sistema audio Atmos della Dolby, con cinquanta canali e un sistema di diffusione sonora per la voce e la musica. «Non dimentichiamo che la Darsena era nata come arena all’aperto, poi era stata coperta e quindi riadattata. Ora è diventata una sala unica in Italia » ha aggiunto Baratta «un’eccellenza di cui possiamo essere fieri e che credo rappresenti anche un unicum visto che due sale così grandi, senza galleria, non le ha nemmeno Cannes. L’aspetto ironico? Che inaugureremo un tale portento di tecnologia con un film muto del 1916 ». Ovvero Maciste Alpino di Luigi Maggi e Luigi Romano Borgnetto, datato 1916, film di preapertura della Mostra che sarà proiettato proprio alla Darsena martedì 26 agosto alle 20.15, in una nuova copia restaurata in occasione del Centenario della Grande Guerra.

E da mercoledì, via alla Mostra vera e propria con Birdman di Alejandro González Iñárritu e le prime star sul red carpet del Lido, ovvero Michael Keaton, Emma Stone e Edward Norton, con l’auspicio di avere la stessa fortuna del film d’apertura dell’anno scorso: Gravity.
– Andrea Morandi