10 COSE CHE (FORSE) NON SAPETE SU “VENERDÌ 13”

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Oggi è Venedì 13. Perciò vi invitiamo a restare lontani da campeggi, oggetti taglienti e laghi. Se invece amate il brivido della paura, allora non perdete altro tempo ed organizzate una maratona per vedere i film horror che hanno reso spaventosamente celebre questa giornata. Partite ovviamente dal capostipite, vale a dire, Venerdì 13 che arrivò in sala per la regia Sean S. Cunningham nel lontano 1980. Se i vostri nervi reggeranno di fronte a scene truculente, terrificanti apparizioni nella notte ed efferati omicidi, allora potrete anche dedicarvi a scoprire 10 curiosità sul franchise horror che ha popolato i nostri incubi con l’inquietante presenza di Jason Voorhees. Tranquilli sarà rapido e indolore.

10) Il film fu girato al Camp No-Be-Bo-Sco nel New Jersey. Il campo è ancora in funzione e offre la possibilità di vedere con i propri occhi i luoghi di Venerdì 13. Nuotare nel lago Crystal potrebbe essere un’esperienza piacevole, superato lo shock iniziale. Nel caso non aveste ancora stabilito dove andare in vacanza, questa potrebbe essere una valida meta. Non spetta certo a noi dirvi in quale data non prenotare. Si sa, la prudenza non è mai troppa.

9) Durante i 28 giorni di riprese la maggior parte del cast e della troupe alloggiava in alberghi locali ma alcuni di loro, invece, scesero di rimanere nel campeggio. Gli impavidi rispondono al nome di Tom Savini, il truccatore del film, e lo stuntman Taso N. Stavrakis. L’attaccamento al dovere è una cosa encomiabile ma qui si è andati un po’ oltre. Non sareste morti di paura, conoscendo tutti i dettagli della sceneggiatura? Da brividi!

8) Il regista Sean S. Cunningham ebbe a disposizione un budget di 550.000 dollari ma lavorò talmente bene che al botteghino guadagnò la straordinaria cifra di 59 milioni di dollari. Ovviamente questo risultato inatteso diede il via all’intera saga composta da: sequel, reboot e remake. Incluso un memorabile crossover con un’altra sanguinaria creatura del grande schermo, Freddy Krueger. Il film si chiama Freddy vs. Jason e non sappiamo dirvi di più perché il titolo era già abbastanza spaventoso quindi non abbiamo avuto il coraggio di vederlo.

7) Se milioni di persone hanno rischiato di non arrivare vive al successivo venerdì 13, il merito va a Cunningham che però ha avuto per un certo periodo la “brillante” idea di ingaggiare suo figlio Noel per interpretare il ruolo del piccolo Jason. La scelta di per sé lascerebbe spazio a svariate analisi freudiane. Ma la saggezza della moglie del regista ha impedito il peggio: la donna si è opposta alla volontà del marito ed ha evitato al povero bambino anni di terapia.

6) Scegliere gli attori del cast è stato un percorso travagliato che ha comportato anche l’esclusione di qualche nome eccellente. Ad esempio, Sally Field si presentò alle audizioni per ottenere il ruolo di Alice Hardy. I produttori però la scartarono, preferendole Adrienne King. Per interpretare la signora Voorhees invece si pensò a Estelle Parsons, già vincitrice di un Oscar per il film Gangster Story, ma poi la scelta ricadde su Betsy Palmer.

5) A dispetto di quanto sostiene la superstizione anglosassone, Venerdì 13 non porta sempre sfortuna. Ne sa qualcosa Kevin Bacon che esordì proprio nel primo film della saga. L’attore fece il suo debutto nei panni di Jack, una delle vittime del serial killer. Beccarsi (per finta) una freccia nel collo può rivelarsi un’esperienza positiva se serve a dare il via ad una brillante carriera ed ad essere incoronati come “il miglior morto” dell’intera saga secondo il magazine Empire.

4) Victor Miller realizzò la sceneggiatura a tempo di record. Impiegò solo due settimane. Tutto quello che ha scritto è frutto della sua fantasia perché lo sceneggiatore non è mai stato in un campo estivo ma ha arricchito il racconto con un dettaglio della sua vita: in origine, il mostro di Crystal Lake si chiamava Josh. Venne poi ribattezzato Jason come un bullo che Miller ebbe il piacere di conoscere durante il periodo scolastico.

3) Il macabro record di Voorhees è di 10 vittime, che diventano 11 se si aggiunge il serpente. L’eliminazione della creatura non era nemmeno presente nello script ma nacque da un’dea di Tom Savini, che durante le riprese ebbe qualche incontro ravvicinato con gli animali del campeggio. La leggenda vuole che il serpente utilizzato nella scena fosse vero e che le sua dipartita sia avvenuta proprio di fronte alle telecamere.

2) All’inizio il titolo di Venerdì 13 doveva essere Long Night At Camp Blood. Evidentemente per i produttori non era adatto, forse era un po’ troppo pleonastico. Meglio stare sul vago, indicare solo il sinistro giorno in cui si svolgono i fatti e lasciare che il buio della sala e le urla di terrore facciano il resto. Qualcuno potrebbe poi avere qualche scompenso cardiaco, ma volete mettere l’effetto sorpresa!

1) Il finale del film è stato ispirato da Carrie – Lo sguardo di Satana, diretto da Brian De Palma nel 1976. Ad ammetterlo è stato proprio Tom Savini, che ha spiegato: «Quel cliffhanger è nato perché io avevo appena visto Carrie, quindi ho pensato che anche noi avessimo bisogno di qualcosa che facesse sobbalzare lo spettatore dalla sedia. A quel punto ci siamo detti: “Puntiamo tutto su Jason”».