CIAK BIZARRO! I 40 ANNI DI FANTOZZI

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DI MARCELLO GAROFALO

Poche settimane fa abbiamo celebrato il quarantennale di Profondo rosso ed eccoci a rendere omaggio a un film che, uscito alla fine di marzo del 1975, è stato il capostipite di una saga comprensiva di dieci titoli e nel 2008 è stato inserito tra le cento pellicole che “hanno cambiato la memoria collettiva del Paese tra il 1942 e il 1978”: stiamo parlando di Fantozzi diretto da Luciano Salce, un “cult-movie” popolare, che incassò sei miliardi di lire nella stagione ’74-‘75 e che bissò il successo l’anno seguente con Il secondo tragico Fantozzi, sempre con la regia di Salce.

Va riconosciuto a Paolo Villaggio il merito di aver creato una “maschera” contemporanea straordinaria, mettendo in caricatura, con le armi di una satira paradossale e uno spirito di osservazione affilatissimo, i vizi, le speranze, le nevrosi, i sogni e le ambizioni (fallite) dell’uomo medio (e mediocre). Chiunque abbia avuto modo di essere parte o di frequentare il mondo impiegatizio non potrà non riconoscere quanto, non solo il ragionier Fantozzi, ma anche tutti i personaggi collaterali – dal ragioniere Filini, alla signorina Silvani, dal geometra Calboni al megadirettore galattico – siano in effetti “mostruosamente” reali. Al di là delle risonanze erudite che provengono dalla grande letteratura, da Gogol a Kafka, Villaggio ha piùvolte dichiarato che i suoi modelli sono stati i cartoon con il Gatto Silvestro e i film interpretati da Jacques Tati con le sue trovate comiche ispirate alla vita quotidiana.

La verità è che “fantozziano” è ormai diventato un aggettivo, così come alcuni modi di dire sono entrati a far parte del nostro linguaggio: “La nuvola dell’impiegato”, “Come è umano lei…”, “Venghi, ragioniere”, “La salivazione azzerata”, etc. Va evidenziato che sia il primo, che il secondo “capitolo”, sono stati diretti con verve inimitabile da Luciano Salce e restano entrambi le due “punte di diamante” della saga: come dimenticare nel primo, ad esempio, la partita a tennis col ragionier Filini o il party di San Silvestro, oppure nel secondo l’irresistibile ricostruzione della strage sulla scalinata di Odessa ispirata alla Corazzata Potemkin? Merito anche di un cast di comprimari in stato di grazia, dalla Bosisio, alla Mazzamauro, da Gigi Reder a Giuseppe Anatrelli. Molto gustosa anche la colonna sonora di Bixio-Frizzi-Tempera, con le canzoni cantate da Villaggio: La ballata di Fantozzi e L’impiegatango: «Sveglia e caffè, barba e bidet, presto che perdo il tram…(…) Di giorno qui, sera tivvì, sempre sarà così… »

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