Festival di Locarno, un giovane di 70 anni: i titoli e le star dell’edizione 2017

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70 anni portati benissimo. Infatti, dal 23 agosto 1946 all’imminente 2 agosto 2017 (e via sino al 12) tanti film hanno costruito il fascino e la fama del Festival Internazionale di Locarno (ora più concisamente Locarno Festival) e dei suoi Pardi, una kermesse che ha spesso e volentieri ospitato opere e autori tra i Massimi della storia del cinema (qualche nome per dare giusto un’”ideina”: Rossellini, Wilder, Kubrick, Chabrol, Bellocchio, Forman e poi Mike Leigh, Jim Jarmush, Spike Lee, Kim Ki Duk).

Anche per questa edizione (la quinta diretta dall’italiano Carlo Chatrian), la miscela è la stessa, con peraltro sempre significativi “ammodernamenti”: grande cinema di ampio respiro per le proiezioni all’aperto, omaggi, retrospettive accurate e pignole (altro punto di forza), lungometraggi tra concorsi (Cineasti del Presente, per opere prime o seconde, e quello Internazionale), fuori concorso, cortometraggi (i prestigiosi Pardi di domani, Open Doors) e sezioni dedicate espressamente alla ricerca (Signs of Life). Con quasi tutte prime mondiali o almeno internazionali. Per un ecclettismo, diremmo così, oculato.

E poi ospiti famosi in abbondanza (sempre con un occhio più all’importanza culturale che a quello “vipparolo”) ad affacciarsi sul Lago Maggiore. Già assicurata – per ora – la presenza quest’anno di Adrien Brody (cui verrà assegnato il Leopard Club), Jean Pierre Leaud, Alexander Sokurov, Francesca Comencini, Vanessa Paradis, Fanny Ardant, Mathieu Amalric, Bérènice Bejo, Franco Nero (li ritroveremo in Piazza Grande) e Nastassja Kinsky, quest’ultima per proiezioni speciali di Cat People di Schrader e Paris, Texas di Wenders, più Marco Tullio Giordana cui è affidata una speciale pre-apertura il 31 luglio con il suo ultimo Due soldati, con Angela Fontana e Daniele Vicorito più il corto Scarlatti K.259.

Passando ora al menu, incominciamo dalle proiezioni in Piazza Grande (il segno distintivo del Festival), ovvero un’arena che può arrivare ad accogliere sino a 8000 spettatori (!). Tra i titoli: Amori che non sanno stare al mondo di Francesca Comencini (da un suo romanzo), Lola Pater di Nadir Mokmèche (Francia) con Fanny Ardant, Chien (Francia) di Samuel Benchetrit con Vanessa Paradis, Iceman di Felix Randau con Franco Nero, il fantascientifico What Happened to Monday? (GB) di Tommy Wirkola con Noomi Rapace, la sorpresa di Cannes 2017 Good Time di Ben e Joshua Safdie con un incredibile, semi irriconoscibile, Robert Pattinson, più un’altra della stagione estiva USA, The Big Sick di Michael Showalter e due titoli gialli che più gialli non si può: Laissez bronzer les cadavres (Francia) di Hélène Cattet e Bruno Forzani e soprattutto l’atteso Atomic Blonde di David Leitch (Usa) con Charlize Theron e James McAvoy (in Italia l’Universal lo distribuirà a ridosso, dal 17 agosto), dalla graphic novel spy The Coldest City di Anthony Johnston e Sam Hart.

Per il Concorso Internazionale (17 titoli, giuria presieduta dal magnifico Olivier Assayas), spicca la prima mondiale di Lucky (Usa) di John Carroll Lynch interpretato da Harry Dean Staton e (nientemeno!) David Lynch, più l’italiano Gli asteroidi di Germano Maccioni, con Pippo Delbono. Da commozione infine l’omaggio (in concorso!) al Maestro Raul Ruiz con il recupero del suo mai terminato e considerato perduto terminato La telenovela errante (lo cofirma la compagna Valeria Sarmiento)

Nella sezione Cineasti del Presente (16 titoli, giuria presieduta da Mathias Pinheiro – e con Paola Turci tra i membri – mentre a coordinare quella per i Pardi di Domani sarà Sabine Azema), gli italiani Easy – un viaggio facile facile di Andrea Magnani e Il monte delle formiche di Riccardo Palladino e lo sperimentale Person to Person (Usa) di Dustin Guy Defa. Un’altra produzione nazionale infine nella sperimentale sezione Sign of Life, Surbiles di Giovanni Columbu.

Tra i fuori concorso due documentari di una coppia di cineasti italiani tosti e dichiaratamente lontani dal centro, Daniele Gaglianone (titolo: Granma) e Andrea Segre (titolo: IBI), la coproduzione italo-francese Anatomia del miracolo di Alessandra Celesia E ancora: Le venerable W. del veterano Barbet Schroeder, più escursioni eccentriche e curiosissime come Nazidanie del russo Borsi Yukhananov che reinventa in forma di mistery la vita di Zidane o The Reagan Show (USA) di Pacho Velez e Sierra Pettengill, documentario con materiali d’archivio sul fascino televisivo e mediatico di Ronald Reagan. Infine, due chicche preziose: l’ultimo corto di un vecchio amico di Locarno, Per una rosa, di Marco Bellocchio e un telefilm girato da Godard nel 1986 e praticamente mai visto. Ora Grandeur et décadence d’un petit commerce du cinema torna così praticamente in anteprima totale in versione restaurata.

Pardo d’onore all’indomabile Jean Marie Straub (con ricca selezione dei suoi lavori, spessissimo realizzati con Daniele Huillet). Infine la retrospettiva, di altissimo livello e prestigio, quella su Jacques Torneur (uno dei colossi del B-Movie di Hollywood ma soprattutto del noir e dell’horror), con il suo capolavoro I Walked With a Zombie proiettato in Piazza Grande.

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