Il Conte è morto.
Sarebbe logico pensare a Dracula, eppure nelle vene di Sir Christopher Lee (scomparso oggi all’età di 93 anni a Londra, dove nacque il 27 maggio 1922) scorreva davvero sangue nobiliare. Sua madre era Estelle Marie Carandini dei marchesi di Sarzano, discendente dei conti Carandini da Modena, una delle casate più antiche d’Europa. In omaggio alle proprie origini, Lee (cittadino onorario di Modena), parlava l’italiano, era un raffinato cultore d’opera e un ottimo baritono (il che non gli impedì di essere metallaro nello spirito e di collaborare con i Manowar, i Rhapsody of Fire e Tony Iommi dei Black Sabbath). Tuttavia, se si fosse dato alla lirica o avesse seguito la carriera diplomatica (come speravano in famiglia) oggi non piangeremmo la scomparsa di uno di quei rarissimi interpreti che possono essere definiti solo in un modo: leggenda.
âSei troppo alto per fare l’attoreâ, sentenziò il produttore Josef Somlo quando Lee gli chiese un contratto nel 1946. Si sbagliava: al di là del talento e della voce unica, a sancire la fortuna popolare di Lee furono tanto l’aspetto severo, aristocratico e finemente tormentato, quanto il suo metro e novantasei d’altezza, che sul grande schermo gli garantiva una presenza magnetica e intimidatoria. Fu proprio la statura minacciosa a portarlo, dopo dieci anni di paziente gavetta, alla Hammer (la celebre casa di produzione inglese specializzata in horror) e al regista Terence Fisher, che lo trasformò nella Creatura de La maschera di Frankenstein (1957). Nei panni dello scienziato c’era il suo grande amico Peter Cushing, fedele compagno di set dall’Amleto di Laurence Olivier (1948). Fisher rimase così colpito dall’alchimia Lee-Cushing che cucì loro addosso i ruoli di Dracula e Van Helsing (Dracula il vampiro, 1958), Sir Henry Baskerville e Sherlock Holmes (La furia dei Baskerville, 1959), Kharis e John Banning (La mummia, 1959). Il resto è storia, sia per la coppia cult (âPeter e io abbiamo girato tanti film gotici insieme che la gente pensa che dormiamo nella stessa baraâ scherzò Lee in seguito), sia per lo stesso Christopher, che, dal 1966 al 1976, avrebbe indossato il mantello del Conte altre undici volte, divenendo il Dracula cinematografico per eccellenza. Negli Anni Settanta tentò di staccarsi dal ruolo interpretando altri due magnifici villain: Lord Summerisle in The Wicker Man (1973), e Francisco Scaramanga in Agente 007 – L’uomo dalla pistola d’oro (1974, una tappa quasi obbligatoria visto che Lee era cugino di Ian Fleming). Ne uscì con un abbonamento vitalizio al ruolo di cattivo con la C maiuscola.
Icona assoluta dell’horror, Lee seppe interpretarlo in ogni possibile sfumatura, da quella più morbosa (La frusta e il corpo, 1963) a quella più ironica (La casa delle ombre lunghe, 1983), conquistandosi fan quali Joe Dante (che lo volle in Gremlins 2 – La nuova stirpe, 1990), Tim Burton (al quale ha regalato cinque camei di lusso, da Il mistero di Sleepy Hollow,1999, a Dark Shadows, 2012), John Landis e Peter Jackson, che lo fece conoscere alle nuove generazioni nei panni di Saruman nelle trilogie de Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit. Comunque Lee sapeva il fatto il suo anche al di fuori del genere che l’ha consacrato: basta pensare a Jinnah (1998) o a Hugo Cabret (2011). Ed è proprio nei panni di Monsieur Labisse, il libraio che regala a ciascuno il romanzo giusto per lui, che vorremmo salutarlo. In fondo, chi era Christopher Lee se non un uomo capace di emozionarci ogni volta con una storia diversa?
I 10 film imperdibili di Christopher Lee
La maschera di Frankenstein (1957)
Dracula il vampiro (1958)
La furia dei Baskerville (1959)
La mummia (1959)
La frusta e il corpo (1963)
The Wicker Man (1973)
Agente 007 – L’uomo dalla pistola d’oro (1974)
La casa delle ombre lunghe (1983)
Jinnah (1998)
Il Signore degli Anelli (2001-2003)
Hugo Cabret (2011)